intervista

Quattro chiacchiere con Andrea Zanotti

Oggi incontriamo uno degli ultimi arrivati sulla nostra vetrina con il racconto Sadhu Futuro, Andrea Zanotti, autore da sempre impegnato nel promuovere il self e penna molto prolifica nel panorama della letteratura fantastica.

Quali sono i tuoi segreti per scrivere un libro di qualità?

Mi piace pensare di essere una sorta di artigiano della scrittura. Non credo di possedere particolari doti, ma come ogni artigiano che si rispetti, sono certo di mettere amore in quello che faccio. Ecco, diciamo che il mio segreto forse è proprio quello, scrivere solo ciò che in quel preciso momento mi appassiona. Non per nulla spazio fra generi diversi, che vanno dal fantasy al post-apocalittico, come nel caso di Sadhu Futuro, al weird e al western, nonché al noir e all’horror. Vado a periodi diciamo. Per cercare di farlo nel modo migliore ovviamente leggo molto e quando decido di affrontare un nuovo romanzo intensifico appositamente le letture dei grandi di quel genere specifico.

Per quanto riguarda il processo creativo in sé, non sono solito pianificare tutto nei minimi dettagli prima di partire. Di norma mi sono ben chiare solo l’incipit, l’idea base e il finale. Poi traccio una sorta di scaletta, già sapendo che nel corso d’opera verrà stravolta infinite volte. Lascio che le idee migliori sorgano in modo autonomo nel corso della scrittura. Questa è la Magia della scrittura, ciò che di essa maggiormente mi affascina.

Consigliaci due libri: uno tuo e uno di un tuo collega self publisher.

Fra i miei “cucciolotti” quello che al momento credo mi abbia dato maggior soddisfazione a fine lavori è La Battaglia di Aquirama. Si tratta di un military fantasy nel quale viene narrato il corso della battaglia svoltasi nell’arco di un giorno e una notte. Non è stato per nulla facile ricostruire una sorta di assedio su larga scala che spero possa risultare del tutto credibile, impiegando svariate linee narrative per poter osservare i diversi punti di vista dei due eserciti assedianti e dei diversi fronti apertisi all’interno delle gloriose mura della città. Si tratta di un romanzo autoconclusivo, appartenente al “Progetto InfinitiMondi” , una serie di trilogie collegate fra loro da una comune “realtà non ordinaria” e dal Pantheon di Divinità.

Per quanto riguarda il consiglio relativo a un collega, posso dire di aver letto e apprezzato molti degli autori facenti parte della scuderia Extravergine d’autore, alcuni dei quali sono diventati amici nel corso degli anni. Cito Stefano Lanciotti, Isabel Giustiniani, Gianluca Turconi e Mario Pachiarotti. Non posso che consigliare a tutti la lettura delle loro opere, ma voglio calzare le vesti del talent scout e segnalarvi qualcun altro. Vediamo… Matteo Marchisio, che scrive sia da self che per Delos Digita. La sua saga autoprodotta fantascientifica A.R.C.A., il cui primo volume è Il risveglio di Awyn-aur, a me è piaciuta moltissimo. Ritmo serrato e adrenalina a profusione. Molto consigliato.

Cosa ti piace e cosa no del mondo Self Publishing?

Adoro la possibilità di gestire il tutto in prima persona, soprattutto per le tempistiche. Quando ci si affida a una casa editrice purtroppo i tempi d’attesa tendono a essere smodati e come detto sopra la mia passione per un dato genere tende a raffreddarsi col tempo, per cui arrivo a un punto di saturazione che il Self Publishing mi permette di non dover superare. Mi piace molto poter lavorare attivamente anche alla realizzazione della cover dei miei romanzi, sia che la affidi a terzi, sia che mi cimenti in prima persona… con risultati del tutto modesti, come nel caso di Sadhu Futuro.

Quello che non sopporto del Self Publishing è la sciatteria di alcuni nel presentare le proprie opere, che giocoforza finiscono con l’inquinare il lavoro di tutti gli altri autori. Trovare lettori disposti a “correre il rischio” di leggere un autore sconosciuto non è facile e deluderlo presentandogli un’opera che magari non ha neppure goduto di un giro di editing trovo sia un peccato grave.

Perché ti sei candidato alla selezione di Extravergine d’Autore?

Da sempre ho creduto fosse necessario scremare le centinaia di libri che escono ogni giorno. I lettori devono avere la possibilità di avere un filtro di cui fidarsi per poter restringere il campo di scelta. Ne sono fermamente convinto e lo dimostra il fatto che nel lontano 2011 ho fondato il blog www.scrittorindipendenti.com con pressapoco le medesime finalità di Extravergine d’autore. Qual è la differenza? Che non ho avuto la forza e le competenze tecnico/informatiche per dargli lo slancio che credo abbia oggi Extravergine d’autore. E poi, non potevo mica autocertificarmi, giusto?