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Di qui a qualche anno

Francesco Zampa

Capitolo 1

Di qui a qualche anno, la situazione in atto peggiorerà. Un numero sempre minore di donne sarà in grado di concepire. Tra queste, ancor meno potranno portare a termine la gravidanza. Calcoliamo che le nascite saranno un decimo delle attuali.

Il detective Kenneth Eckart non poteva fare a meno di sentire le parole di quella vecchia trasmissione riecheggiare nella sua mente. Non era neanche così vecchia, a dire la verità. Si trattava, appunto, di una decina di anni prima. Eppure erano state straordinariamente profetiche. Una specie di tumore al sangue, dicevano, aveva colpito solo le donne fertili, facendone strage. C’era stata un’impennata di suicidi tra gli uomini, la maggior parte incapace di resistere alla perdita repentina della compagna. Quando un rimedio era stato scoperto, la natura aveva già provveduto con una mutazione che aveva reso sterili gran parte delle superstiti. La popolazione mondiale era pericolosamente vicina a essere dimezzata, e quella femminile era ormai nel rapporto di uno a venti, secondo la propaganda, ma molto minore, secondo la personale opinione di Eckart. Strutture speciali erano state create per il ricovero delle partorienti e l’esercito vigilava come faceva prima con le basi missilistiche. L’interesse nazionale era diventato all’improvviso la sopravvivenza della razza umana. La Legge Speciale 83, detta Salvaguardia, prevedeva la condanna a morte, in qualche caso l’esecuzione immediata, per chiunque usasse violenza sulle donne. Un nuovo reparto speciale della Polizia, subito ribattezzato Pretoriani per la Salvaguardia, aveva sostituito la vecchia Buoncostume, con poteri amplificati e mezzi infiniti. Non era insolito assistere a veri e propri linciaggi di Stato per strada. I corpi dei colpevoli dovevano essere abbandonati a monito, e i parenti erano obbligati ad attendere almeno quarantotto ore prima di occuparsene.

Eckart comprendeva quanto fosse necessario, anche perché la violenza di genere, paradossalmente, era aumentata. Chi aveva una donna se la teneva stretta e doveva difenderla con le unghie e con i denti, e non lesinava mezze misure purché non se ne andasse. C’era chi giungeva al paradosso di minacciare di uccidere la compagna purché non gliela portassero via. Quando lo scoprivano, un apparato strabiliante di uomini e mezzi si adoperava affinché il bene prezioso non andasse perso. Nessuna donna doveva morire. La Polizia era autorizzata a usare la forza e lo faceva in maniera preponderante, qualche volta, o troppo spesso, vociferavano, approfittando dell’occasione per eliminare nemici dell’ordine pubblico da loro definiti.

Eppure loro stesse non si lasciavano andare. Ma non era più il secolare retaggio finto-protettivo, casomai la paura che fuori dalle rassicuranti mura domestiche i pericoli fossero molto maggiori.

Kenneth aveva un suo modo speciale di fare le statistiche. Il bar che frequentava da più di dieci anni, cioè da quando si era messo in proprio e aveva aperto un ufficio a Brooklyn, aveva circa la metà dei clienti. Prima doveva mettersi in fila e gli ci volevano dieci minuti per prendere un caffè o un drink, a qualsiasi ora del giorno. Ora aspettava al massimo la persona davanti a lui. Sedeva al tavolino e osservava le auto in coda. Era lunga quanto tutto l’isolato. Ora non ce n’erano mai più di tre o quattro, e il semaforo era stato calibrato sulla metà dell’intervallo. La scuola di fronte, poi, era un test anche troppo facile: quattro piani, venti finestre ognuno, quindi almeno dieci classi. Ora erano aperte solo quelle a pianterreno. E poi la paninoteca e la pizzeria, da quindici addetti a cinque, e il furgone della carne che arrivava, sempre più piccolo e sempre meno spesso. E poi il cartello CERCASI PERSONALE attaccato fuori che non levavano mai. Inutile ascoltare la tv e i discorsi delle autorità, pensava Eckart, il mondo era cambiato, eccome. Ma era meglio non dirlo troppo forte, anche questo era chiaro. I tre o quattro tg quotidiani avevano via via smesso di parlare di femminomoria, come si era inventato lui. Perché spingere così forte su un messaggio negativo? Non c’era motivo di allarmare più del dovuto una popolazione già spaventata, non c’era bisogno di panico, anzi, era proprio da scongiurare. E così, i giornalisti più curiosi erano spariti dagli editoriali, poi dalle prime pagine ed erano finiti alla cronaca o allo sport, oppure proprio spariti e basta, perché non se n’era più sentito parlare.

Ma c’era sempre un sacco di gente in giro a Brooklyn, e a Eckart importava in fondo poco di tutta questa storia, anche perché ora poteva parcheggiare proprio sul marciapiede davanti all’ufficio. A lui il lavoro non mancava mai. Ai mariti traditi si erano aggiunti quelli gelosi, che non volevano rischiare neanche per un secondo che la loro somma ricchezza potesse essere insidiata, e lui si era trovato a fare i pedinamenti e gli appostamenti fotografici più noiosi della sua vita. Non succedeva mai nulla, perché la maggior parte delle donne era fin troppo sorvegliata e non aveva interesse a uscire dalla zona confortevole. E così, mentre saliva le scale per andare al suo ufficio al primo piano, proprio sopra a Mario’s, il negozio di frutta, Eckart non pensava che a organizzare l’ennesima giornata.

esci

Di qui a qualche anno

Francesco Zampa

Di qui a qualche anno
Leggi l'anteprima

In un presente indefinito, un male misterioso fa strage di donne fertili e una mutazione spontanea preserva le superstiti con la sterilità. Molti uomini cadono nella disperazione, vittime collaterali, mentre si scatena una guerra silenziosa per il possesso delle ambite prede rimaste, sullo sfondo di una società ancora organizzata ma sull'orlo del caos.

Il detective William Eckart è abituato agli incarichi di mariti traditi e non ha avuto troppe difficoltà a modificare le sue prestazioni professionali sull'onda del mutato ordine sociale, finché Leyla, sua moglie, non interrompe ogni contatto.

Quando il commissario Branagh cerca sia lei che Rivka, una bella ragazza ebrea scomparsa, Eckart non può fare a meno di andare a cercare dove non dovrebbe, incrociando la sua strada con quella dei molti altri che vorrebbero impadronirsi della ragazza.

L'autore

zampa

Francesco Zampa è nato ad Assisi nel 1964. È cresciuto con letture bonelliane, i noir, i western di John Ford e la fantascienza classica per passare poi, tra gli altri, a Michael Crichton, John Grisham, Tom Clancy, Frederick Forsyth e Stephen King. Il suo film cult è "Ben-Hur", il libro "Moby Dick".
Autore indipendente dal 2012, ha pubblicato quindici titoli (di cui tre tradotti in tre lingue) di diverso genere con il proprio marchio, Zipporo Direct Publishing.
Ama affrontare grandi argomenti come il condizionamento mediatico e lo strapotere economico e politico.

Il suo sito web


Perché l'abbiamo scelto

Francesco Zampa dimostra di saper trattare un argomento molto delicato, quello delle diseguaglianze di genere, con grande sensibilità. Addirittura arrivando, lui autore, a punte anti-maschili che potrebbero non piacere a tutti. Ma lo stile di scrittura impeccabile, l'ottima caratterizzazione dei personaggi e la trama avvincente possono tenere attaccati alla pagina anche i lettori più severi.

La scelta di ambientare la storia negli Stati Uniti è efficace nel rappresentare le ineguaglianze e la ghettizzazione che ancora oggi (e anche "di qui a qualche anno") purtroppo caratterizzano questo paese, e la scelta di caratterizzare i personaggi tramite il loro modo di esprimersi aggiunge ulteriore valore a questo libro.