Questo non è un libro per le donne, e neppure sulle donne, ma semmai accanto alle donne. Non risolverà problemi, anzi metterà al proprio centro un enigma irriducibile a qualunque sapere maschile, l’enigma della femminilità, come lo chiamò Freud. Psiche, inconscio, sentimento e sesso, che sono eventi femminili, e di cui il maschile non sa assolutamente nulla, si incardinano dentro il ciclo nascita, crescita, riproduzione e morte, le forme mitologiche della finitudine: la donna ci mette al mondo (nascita), ci allatta (crescita), è la nostra compagna di letto (riproduzione), e ci riaccoglie nel suo grembo nel nostro ultimo viaggio (morte). Il ciclo della vita (e della morte) non può essere che femminile. Questo è il crocevia che fa coincidere gli opposti, e che il maschile proprio per questo o ignora o non comprende. La donna è relazione, il suo corpo è fatto per due, anche se non genera. Mentre l’uomo ha relazioni. La donna è impegnata nella generazione, mentre l’uomo, da essa esonerato, gioca per intrattenimento. La donna ha due soggettività, per di più in conflitto aperto tra loro: l’Io e la specie. L’uomo ne ha solo una: la sua (di lui) femminilità è ricacciata indietro nell’inconscio, e vi lotta contro, per questo il suo psichismo è elementare, atrofico, limitato, rudimentale, molto modesto. L’uomo ha affetti, la donna ama. Questo amare, assai prima di essere sentimento, è una forma cognitiva ignota all’uomo, che per legittimarsi ha bisogno di istituire saperi. Eppure, se ascoltiamo Agostino, non si conoscerà mai nulla se non tramite l’amore (non intratur in veritatem nisi per caritatem).
Riccardo Dri propone un interessante viaggio alla riscoperta della donna e del femminile, guidandoci, attraverso l’analisi dei Miti greci e le parole di decine di autori, intellettuali e filosofi, dallo “speculum” alle “aenigmate”: dalla visione razionale, scientifica, con cui l’uomo ha imposto il proprio dominio millenario sulla donna, all’enigma, all’inconoscibile, alla totalità che unisce in sé anche i contrari, che è invece propria della donna.
Ce lo spiega attraverso il Mito, da Elena di Troia a Medea, da Giocasta a Lisistrata, esemplificando e rendendo così capibili a tutti temi, in sé, tutt’altro che facili. Porta poi questi temi nel mondo e nella società moderna, la nostra, fornendo profondi spunti di riflessione, come nel capitolo conclusivo, incentrato sul femminicidio.
Ne risulta un testo in cui il lettore, soprattutto se uomo, si ritrova spesso scombussolato, messo davanti a temi o argomenti spiazzanti; un testo, però, che non puà che arricchire di conoscenza chiunque lo affronti con curiosità e apertura mentale.
Una precisazione che ci pare doverosa: le lunghe sezioni introduttive potrebbero spaventare o scoraggiare il lettore non avvezzo, ma servono come base per capire meglio quanto viene espresso in seguito, che è invece, pur trattandosi sempre di un saggio di filosofia, spiegato in maniera fluida, interessante e scorrevole.