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Servono davvero corsi e manuali di scrittura?

La parola ai nostri autori


articolo di
Andrea Micalone

In tanti (troppi) argomenti ormai trionfa il tifo da stadio.
Vale a dire: qualsiasi sia la questione posta, subito emergono due tifoserie rabbiosamente contrapposte che si scannano, urlano slogan e inveiscono per partiti presi.
E l’argomento della scrittura, su internet, non è da meno. Subisce la stessa sorte.

Ma perché affronto questo argomento?
Semplicemente perché, scrivendo articoli per questo e per altri blog, ho finito anche io per dare consigli di scrittura. Che poi questi consigli non siano contenuti in un libro poco importa: sta di fatto che sono una sorta di manuale di scrittura, o di corso di scrittura online, o chiamatelo come vi pare.
Ecco perché ogni qualvolta mi imbatto in una disputa (sui social, o su internet in generale) che ha come argomento i corsi di scrittura, o i manuali di scrittura, o la scrittura in senso lato, mi sento inevitabilmente coinvolto.
Ma, pur sentendomi coinvolto, non scendo nell’arena. O meglio, non più.
In passato a volte lo facevo, scendevo in campo, ma me ne pentivo tanto in fretta che con il tempo ho lasciato perdere. Ormai replico soltanto quando la diatriba mi coinvolge personalmente, e dunque solo quando tirarsi indietro è impossibile (oppure, casi rarissimi, quando la diatriba è calma e ponderata, il che vuol dire: fatta in modo intelligente. Di queste discussioni educate però se ne vedono pochissime, e sempre circoscritte sulle pagine di esperti del settore; esperti che hanno da dire molto più di me, perciò anche in quei casi difficilmente intervengo, perché mi sembra che c’è poco da controbattere e tanto da imparare).

Perché non partecipo più a questi scontri?
Come dicevo all’inizio, non partecipo perché anche in questi “dialoghi” sulla scrittura (e dunque su un argomento che, per definizione, dovrebbe incentrarsi sul ragionamento e sulla comunicazione) si presentano subito i soliti “Sacerdoti del Verbo”: persone che non hanno un’opinione, bensì possiedono una Verità, indissolubile e autoevidente (a parer loro).
E, anche nell’ambito della scrittura, le tifoserie sono di due tipi.
Vediamo quali.

Fazione 1I manuali di scrittura e i corsi di scrittura non servono a niente, e chiunque pensa il contrario ha solo da guadagnarne ed è un truffatore.
Questa è la fazione più numerosa. Vedo orde di persone che ne sono assolutamente certe e, a sostegno del loro dogma, propongono quasi sempre due prove di inimmaginabile potenza (in realtà, a loro dire, hanno tre prove, ma io credo sia meglio dividerle così: due “prove” e una opposizione [discreta]).

Prima prova: “Non ho mai letto manuali e non ho mai frequentato corsi di scrittura, eppure scrivo benissimo.”
E qui il ridicolo è dietro l’angolo, poiché hanno già deciso da sé che “scrivono benissimo” e che dunque non hanno niente da imparare. Beati loro!

Seconda prova: “Ho letto un solo manuale/ ho frequentato un solo corso di scrittura ed è stato una perdita di tempo.”
Questa opposizione sembra migliore della precedente, ma in realtà non lo è affatto. La possibilità che “quel corso” o “quel manuale” fossero pessimi, oppure non adatti alla persona, non è mai da sottovalutare. E valutare un insieme di cose da un singolo elemento è notoriamente un errore. Insomma, qui vale il classico: non si può fare di tutta l’erba un fascio.

L’unica opposizione (discreta) che i tifosi di questa fazione possono tirare fuori è: “I grandi scrittori non hanno mai avuto bisogno di manuali o corsi di scrittura”. Ma su questa ci torneremo alla fine.

Fazione 2Manuali e corsi di scrittura (o, a scelta: corsi di Laurea in Lettere, o il Liceo Classico, o almeno conoscere il Latino) sono fondamentali e imprescindibili. Chi non ne ha mai frequentati, non può neanche sognare di mettersi a scrivere.
Questa è una fazione numericamente minore (perché sostiene la necessità di un lungo lavoro di preparazione) e anche più arguta, a mio parere (sempre perché sostiene la necessità di un lungo lavoro di preparazione).
Ma quest’idea espone il fianco all’opposizione (discreta) della Fazione 1, e cioè: ci sono stati moltissimi scrittori che non hanno mai fatto corsi né letto manuali.

E allora? Chi ha ragione?
Ebbene, la risposta incredibile e fondamentale è: nessuno.
E per nessuno, intendo dire proprio nessuno. Neanche io.
Semplicemente, in questo ambito, si possono avere soltanto opinioni.
Ciò che invece noto spesso è che in simili dispute molti cercano di porre la questione come se fosse una sfida logica, in cui è possibile giungere a una conclusione oggettiva e pienamente dimostrabile.
Spiacente: simili discussioni non sono dimostrazioni matematiche.
Se partirete da quest’ultimo presupposto, credo che ne guadagnerete molto anche per la vostra scrittura. Perché se davvero volete scrivere (e accapigliarvi su simili questioni, in teoria, significa che volete scrivere) dovete innanzitutto conquistare un’affinità profonda con le parole; e iniziare a vaneggiare di “assiomi, dimostrazioni e logica” in un ambito puramente letterario è segno di scarsa conoscenza di queste parole.

Ma allora, se al riguardo esistono solo opinioni, come si può concludere questo articolo?
Molto semplicemente: con un’opinione.
E dato che sono io a scrivere l’articolo, quest’opinione sarà la mia.

Banalmente, io credo che la virtù stia nel mezzo.
L’unica cosa fondamentale per migliorarsi nella scrittura è leggere e scrivere per un’enorme quantità di tempo: una quantità tale da essere una percentuale rilevante del vostro tempo di vita.
Ecco perché credo che sbaglino i sostenitori della Fazione 1 quando replicano: “I grandi scrittori non hanno mai avuto bisogno di manuali o corsi di scrittura”. I grandi scrittori del passato, in realtà, frequentarono scuole di Retorica, furono allievi di altri scrittori, oppure furono pozzi di cultura. Basta leggere una qualsiasi biografia di un qualsiasi scrittore per scoprire che ha passato la maggior parte della propria vita a scrivere e a leggere. Questo studio potrete chiamarlo come vi pare, ma in fondo altro non è che un lunghissimo “corso di scrittura da autodidatta”. E più ci avviciniamo al presente, più scopriamo che molti autori contemporanei sono stati studenti o insegnanti di corsi di scrittura.
Insomma, nessuno scrittore è caduto dalle nuvole. Il talento va addestrato, anche quello dello scrivere.
Al contempo, però, credere che un qualche corso o un certo tipo di studi letterari siano imprescindibili alla formazione di uno scrittore credo sia un altro errore. Un maestro può fare comodo, senza dubbio, ma non è imprescindibile per apprendere qualcosa. Come dicevo poco più su, appunto, fior fior di scrittori sono stati autodidatti.

E qui le fazioni (entrambe) potrebbero protestare: “Ma qui non si sta parlando di diventare scrittori, ma solo di scrivere un po’ meglio!”
E allora credo che la risposta sia ancor più semplice: un corso o un manuale di scrittura possono essere utili.
Tutto qui.
“Possono essere” vuol dire che potrebbero anche non esserlo.
Oppure che potrebbero essere fondamentali.
Insomma, vale da persona a persona: è questione di opinioni.
Dovete soltanto scoprire qual è la vostra.
E, per favore, state calmi quando la difendete.