intervista

Quattro chiacchiere con Antonio Universi

Riprendiamo le nostre interviste con gli autori scambiando qualche battuta con Antonio Universi autore della interessante opera di biografia narrativa dedicata a Freddie Mercury: Farrokh Bulsara che divenne Freddie Mercury

Parlaci di te: com’è nata la passione per la scrittura?

La mia passione per la scrittura è figlia di quella per la lettura e affonda le radici nei tempi del liceo, quando scoprii la mia autrice preferita, Donna Tartt.

Nei primi anni Duemila scrivevo per un webmagazine della mia città: la cronaca non mi interessava granché e così scavai la mia nicchietta concentrandomi sulla storia locale.

Ciò che trovavo più interessante erano le storie delle persone vissute in un contesto temporale anche molto lontano. È stata una scelta che i lettori gradirono molto all’epoca e che, quando il giornale chiuse i battenti, raccolsi e pubblicai nel mio primo libro.

Quali sono i tuoi segreti per scrivere un libro di qualità?

Scrivere pensando ai lettori e al loro godimento, non al proprio.

Chi mi legge mi dona il proprio tempo libero, qualcosa di estremamente prezioso, e io cerco offrire ciò che ogni lettore si aspetta da una buona lettura: staccare dalla quotidianità e volare in un’altra dimensione, anche se solo per qualche ora al giorno.

Scendendo più nel tecnico, una grande passione per la lettura e la ricerca sono alla base; la formazione letteraria non guasta e, ovviamente, la conoscenza e la padronanza dei due elementi strutturali del testo narrativo, la fabula e l’intreccio. Ma tutto ciò non è ancora sufficiente. Non c’è solo storia del nostro eroe e del suo viaggio, di cui dobbiamo parlare, poiché bisogna descrivere anche il mondo in cui si svolge.

In sostanza, la storia del nostro protagonista deve consentire al lettore di esplorarne anche il mondo, è questo che fornisce concretezza alle storie e dà l’impressione a chi legge di essere accanto al protagonista.

Ma tutto questo, senza un autentica amore per ciò che si vuole raccontare, a volte può dar vita a un freddo, per quanto perfetto, esercizio di stile.

Perché hai scelto di pubblicare in Self Publishing?

Le esperienze che ho avuto in precedenza con piccole case editrici mi hanno messo davanti all’evidenza che, se il lavoro di promozione deve ricadere solo sull’autore, e se l’editore scarica sempre sull’autore il suo rischio d’impresa, allora il Self Publishing è la soluzione più razionale per uno scrittore esordiente.

Perché ti sei candidato alla selezione di Extravergine d’Autore?

Sono pugliese e l’aggettivo extravergine mi ha subito rimandato a qualcosa di qualità, così ho visitato il sito, che mi ha fatto subito una buona impressione.

Il fatto che non recensiate a pagamento è stato fondamentale: se ti pago, perché dovresti essere obbiettivo? Ma la cosa che più mi ha stimolato è stata la procedura di valutazione in più stadi, l’ho trovata estremamente professionale.