intervista

Quattro chiacchiere con David Ballerini

Oggi incontriamo uno scrittore che ha affrontato la sua pubblicazione self in modo molto professionale, si tratta di David Ballerini autore poliedrico che è arrivato nella nostra vetrina con la sua ultima opera, il thriller soprannaturale Acqua Morta.

Parlaci di te: com’è nata la passione per la scrittura?

Dalla lettura, ovviamente. Altrettanto ovviamente, non ogni lettore diventa uno scrittore, ma non si può scrivere senza aver letto, un po’ come non si può diventare chef senza essere dei buongustai! Avevo circa 9-10 anni quando ho letto il mio primo libro importante: Il Signore degli Anelli – libro che amo tutt’ora moltissimo e che ho riletto molte volte nel corso della mia vita. Mi sono poi laureato in lettere e ho diviso gran parte della mia vita tra le mie due grandi passioni: la letteratura e il cinema. Per molti anni, però, mi sono occupato di narrativa solo attraverso il cinema e solo di poesia attraverso le parole. Adoro lavorare con le parole: giocarci, farci acrobazie, inventarne di nuove, scandirne il ritmo, metterle in rima. Confesso che invece la pura invenzione narrativa per me è difficilissima e sempre molto faticosa. Invidio molto quegli scrittori che riescono a partorire storie una dietro l’altra…

Qual è stata la “scintilla” da cui è nato il tuo libro?

In maniera del tutto casuale e, al contempo, assolutamente necessaria – come forse è giusto che sia per un libro come Acqua Morta in cui tutto è paradosso. La storia narrata nel romanzo era stata inizialmente concepita per il cinema: un piccolo produttore indipendente mi aveva chiesto un soggetto che fosse di genere ma originale; d’impatto ma poco costoso (facile eh?!?!). Il film poi, per un soffio, non si fece. Ma la storia era così bella – non potevo lasciarla morire in un cassetto! Fin qua la casualità. La necessità di narrare questa storia viene invece da più lontano, da quando ero poco più che un ragazzo e viaggiavo attraverso la Scozia e l’Irlanda con uno zaino in spalla: una sera mi ritrovai “prigioniero” di un cerchio di pietre – per quanto provassi ad uscirne mi ritrovavo sempre di nuovo dentro al cerchio – insomma un po’ come il personaggio di Gianni in uno dei capitoli di Acqua Morta quando prova ad allontanarsi dall’albergo! È un’esperienza che mi ha segnato molto e ha reso questo libro necessario.

Quali sono i tuoi segreti per scrivere un libro di qualità?

Da un lato, la convinzione che non ci sia un aspetto o un singolo elemento meno importante degli altri nel testo: ogni personaggio, ogni evento, ogni motivazione, ogni parola – tutto è importante e nulla, assolutamente nulla – neppure una virgola o un accento – è casuale. Scrivere un romanzo costa tanto tempo e tanta energia – ma non costa denaro nella maniera in cui costa fare un film; dunque, quando scrivo, sono libero di decidere io quando basta; quando il testo è buono abbastanza; ovvero, quando è al massimo delle mie capacità – a prescindere che mi ci voglia un giorno, un anno o una vita per arrivarci.

Dall’altro lato, nonostante tutta questa cura; nonostante il testo sia pieno di sfumature, di citazioni, di simmetrie, di metafore e di tesori nascosti – non ho dubbi riguardo al fatto che il mio libro viene comprato perché racconta una storia e dunque deve raccontarla bene. Semplicemente raccontare una storia è un atto tutt’altro che semplice: è un atto basilare; archetipico; radicale – come respirare, mangiare, riprodursi. È un qualcosa che merita il massimo rispetto e la massima dedizione. Per questo – pur sempre senza rinunciare a una voce unica, personale e specifica – cerco sempre di fare del mio meglio affinché la mia passione per le parole non diventi mai un intralcio per la storia; cerco di far sì che nei miei libri il lettore possa affondarci un po’ alla volta, a strati, a seconda delle proprie capacità e inclinazioni. Se il lettore riesce a gustare tutta la complessità e lo spessore del testo, tanto meglio; ma se dovesse vederci solo una storia di fantasmi, va benissimo – ne troverà una ottima nel mio romanzo!

Perché ti sei candidato alla selezione di Extravergine d’Autore?

Sono sempre stato colpito dalla qualità del sito di Extravergine d’Autore e dalla qualità dei contenuti: da questo punto di vista EVA spicca decisamente tra la folla dei vari gruppi e blog letterari che si trovano gironzolando per la rete! Devo dire che ogni interazione che ho avuto ad oggi con i collaboratori di EVA ha confermato sempre la mia prima impressione di un livello e di una qualità non comuni – sono molto lieto e riconoscente di essere ospitato sulle loro pagine.