3ª persona limitata Vs 3ª persona onnisciente

Ti ho mostrato il mese scorso come utilizzare al meglio la narrazione in terza persona onnisciente, una di quelle storicamente più usate nella letteratura.

La narrativa moderna però tende a preferire un tipo di narratore che sappia creare una connessione tra lettore e personaggi. Ecco perché è sempre più spesso preferita la terza persona limitata.

Terza persona limitata

Con un narratore in terza persona limitata l’autore racconta la storia dalla prospettiva ravvicinata di un personaggio (alla volta) per creare l’immediatezza e l’intimità di una narrazione in prima persona, senza essere “intrappolato” nella testa di un protagonista.

Scegliendo questa opzione l’autore narra solo ciò che il personaggio proprietario del punto di vista conosce, sente, percepisce, pensa, spera, ricorda… Il lettore può dedurre ciò che le altre persone sentono e pensano solo da ciò questo personaggio osserva del loro comportamento.

Quali sono i vantaggi?

  • Crea una maggiore intimità tra il lettore e i personaggi;
  • Puoi mantenere un livello d’incertezza sui personaggi secondari: le loro emozioni, i loro segreti e il loro passato possono rimanere ambigui.
  • Ti permette di far evolve la percezione del lettore su personaggi e situazioni.

Perché scegliere la terza persona limitata rispetto alla prima persona?

La terza persona limitata offre al lettore l’accesso ai pensieri e alle emozioni interiori di un personaggio, proprio come fa la narrazione in prima persona. La differenza è che c’è una distanza critica tra il protagonista e il narratore, che cambierà il modo in cui il personaggio principale viene ritratto. Forse il protagonista ha un brutto vizio che non avrebbe prontamente rivelato se la narrazione gli fosse lasciata interamente. Forse il narratore può “vedere” qualcosa che accade alle spalle del protagonista che il personaggio stesso potrebbe mancare.

Mentre la prima persona può portare più immediatezza emotiva rispetto ad altre modalità narrative, limita anche ciò che il lettore conosce a ciò che il protagonista sa, nel bene e nel male.

Suggerimenti per la scrittura

1. Non filtrare l’azione

Il tuo narratore è estremamente vicino al tuo personaggio, ciò significa che potresti ritrovarti a contestualizzare tutte le osservazioni e le azioni attraverso la consapevolezza di quest’ultimo.

Ad esempio potresti scrivere: “Svoltando l’angolo, notò due bambini che si azzuffavano nella polvere”.

Confrontalo con: “Svoltò l’angolo: nella polvere due bambini si azzuffavano…”

La seconda versione è più immediata e non è stata filtrata dagli occhi del personaggio, restando comunque legata al suo punto di vista.

In generale, sebbene nessuna regola sia assoluta, per ottenere vividezza è necessario sopprimere quasi ogni occorrenza di frasi come “ha notato” e “ha visto” in favore della presentazione diretta.

2. Attenti al salto di POV

Quando limiti il punto di vista del narratore concentrandoti sui pensieri, i sentimenti e le esperienze di un particolare personaggio, potresti trovarti tentato di rivelare pensieri o sentimenti di un altro personaggio.

Ecco un tipico esempio: ci troviamo nel POV di un detective che sta parlando con un testimone, e l’autore se ne esce con questa frase:

La signora Smith era riluttante a dirgli la verità

Presentata da sola questa frase è un’intrusione nella testa della signora Smith. Come fa il protagonista – e di conseguenza il narratore, che è limitato al suo punto di vista – a conoscere la riluttanza di quel personaggio?

Se la frase non è preceduta da una descrizione dell’atteggiamento ambiguo della signora Smith, una sua agitazione, gesti evasivi e frasi smozzate, quella sua riluttanza diventa un salto nel POV del personaggio che il detective non avrebbe modo di conoscere.

Il salto di POV è brutto quando accade con narratori onniscienti, ma disastroso quando si narra in terza persona limitata, poiché spezza drasticamente il legame che faticosamente si sta cercando di creare tra personaggio e lettore.

È quindi fondamentale prestarvi attenzione in fase di riscrittura!

3. Attento ai flashback

I ricordi personali o gli eventi storici che si verificano nel mondo del tuo personaggio possono essere pertinenti, e la narrazione limitata è un ottimo modo per rivelare alcuni dei retroscena ai tuoi lettori. Ma resta consapevole che questi flashback arrestano lo sviluppo della trama e possono a volte influenzare negativamente il ritmo del tuo libro. A volte bastano poche righe di dialogo per comunicare la storia di un personaggio.

Chiediti se i flashback aiutano a far avanzare la storia presente. In caso contrario, tienili fuori dalla tua narrazione.

Più di un POV limitato in terza persona

Puoi ovviamente scrivere il tuo romanzo sfruttando i POV di più di un personaggio. In effetti, è abbastanza comune ed è ad esempio ciò che fa Martin nella sue “Cronache del ghiaccio e del fuoco” in cui ogni capitolo è incentrato su un personaggio diverso.

Questo è comunemente chiamato “terzo multiplo”: un punto di vista in cui il narratore vede nella mente di alcuni ma non di tutti i personaggi.

Usare le prospettive di molti personaggi può portare alla storia molti vantaggi: se stai scrivendo un thriller potresti utilizzare i POV del poliziotto che investiga sul crimine, di un membro della famiglia di una vittima e persino del criminale stesso. Sarebbe forse meno interessante usare la prospettiva di tre investigatori poiché sarebbero troppo simili.

Se vuoi usare il POV multiplo, però, tieni presente che non devi cambiarlo a metà capitolo o a metà scena, poiché incapperesti nel problema evidenziato nel suggerimento 2.

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