Come sta il selfpublishing? Ce lo dicono i booktuber

Ecco una domanda che chi come noi si occupa di autoeditoria ogni giorno si pone con insistenza. Qual è il vero stato di salute del self publishing italiano?

Nei paesi anglosassoni sappiamo che va forte, che addirittura produce il triplo di titoli rispetto all’editoria tradizionale, che sforna uno dietro l’altro casi editoriali di successo, che vede protagonisti addirittura grandi firme che decidono di sperimentare il self per sfruttare un nome già affermato e ottenere così maggiori royalty.

Ma cosa succede in Italia?

Nei mesi scorsi abbiamo letto su più testate articoli che snocciolavano numeri importanti: nel 2017 si parla di un volume di titoli self pari a 30.000 , cioè il 45% di tutto il mercato librario italiano è self. Quasi un libro su due! E sono comunque dati non esaustivi, perché sappiamo bene come il fenomeno self non sia facilmente misurabile, dato che Amazon non fornisce volentieri i suoi dati e che non tutti i testi vengono corredati di ISBN.

Già così però si tratta di valori importanti. Il self publishing sta diventando una realtà numericamente forte.

Ma i lettori sono della stessa idea?

Qui, come si suol dire, casca l’asino. La verità è che per la stragrande maggioranza dei lettori il self non esiste per il semplice fatto che neppure lo conoscono. Sono i libri nelle vetrine delle librerie a farla da padrone, ed è in fondo il motivo per cui (quasi) ogni autore self, sotto sotto, spera di essere notato da un grande marchio e raggiungere così quegli scaffali che ora gli sono preclusi.

C’è poi il problema della qualità: quei pochi lettori forti che hanno sperimentato il self publishing ne sono usciti con le ossa rotte. Di quei 30.000 titoli, infatti, ce ne saranno giusto due o tremila pronti davvero per affrontare il grande pubblico.

Il lettore sembra quindi ancora essere il punto debole del self publishing.

Ma noi di Extravergine d’autore non ci siamo voluti fermare all’evidenza dai fatti.  Possibile che tutti i lettori forti siano così diffidenti nei confronti degli autoeditori? Per capirlo siamo andati a bussare alla porta dei moderni influencer del libro: i booktuber.

Ne stiamo contattando molti tra i più seguiti e, a fronte di qualcuno che ci ha effettivamente ignorato, altri ci hanno risposto prontamente e con entusiasmo, non solo dichiarandosi sostenitori dell’autoeditoria e degli autori emergenti, ma accettando con piacere di recensire alcuni dei nostri titoli.

Restate quindi sintonizzati sul nostro blog presto incontrerete dei nuovi amici che amano leggere oltre l’editoria tradizionale e che sono la prova più concreta che anche in Italia il self publishing sta cambiando il modo di fare editoria!

La prima recensione uscirà a giorni. Non fartela scappare!

 

One thought on “Come sta il selfpublishing? Ce lo dicono i booktuber

  • Pina Cantarella

    OK, le intenzioni sono lodevoli, ma fra il dire e il fare c’è ancora il mare? Leggere non nuoce mai, valutare viene strada facendo.

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