intervista

Quattro chiacchiere con Antonio Del Sorbo

Oggi abbiamo intervistato Antonio Del Sorbo, medico chirurgo, Specialista in Dermatologia e Venereologia che ha deciso di vestire i panni dello scrittore per mettere su carta tutta la sua esperienza medica nel saggio che abbiamo selezionato “Ascoltando la pelle“, un testo che va molto oltre la divulgazione scientifica.

Qual è stata la “scintilla” da cui è nato il tuo libro?

Ho iniziato la mia professione di dermatologo prima dell’arrivo della Rivoluzione digitale tuttora in corso. All’epoca avevo l’abitudine di annotare su un diario le storie più atipiche raccontate dai miei pazienti, per i quali non sempre è stato semplice giungere a una soluzione. Rileggendole ho notato che pur trattandosi di storie totalmente diverse, avevano in comune alcuni elementi. L’esordio di una manifestazione cutanea, così come il suo peggioramento e in qualche caso estremo persino la sua scomparsa spontanea, avvenivano spesso in seguito a un’importante svolta di vita, sia essa positiva (es. il trasferimento in una nuova casa, l’arrivo di un nuovo membro in famiglia, un matrimonio, una vacanza) che negativa (es. perdita del lavoro, lutto, pensionamento, aborto, partenza di un figlio). Questo è uno dei motivi per cui la saggezza popolare di un tempo indicava molte problematiche dermatologiche con l’espressione «sfoghi di pelle».

Le manifestazioni cutanee possono talora affiorare in superficie come la punta di un iceberg molto più profondo, e da questo punto di vista l’ascolto del paziente diventa fondamentale, così come da sempre sostenuto dalla PNEI (Psico Neuro Endocrino Immunologia) e dalla Medicina narrativa (Narrative Based Medicine). Ascoltando la pelle è un testo narrativo e non un libro di medicina. È un viaggio che parte dalla superficie cutanea per raggiungere le emozioni più profonde dell’animo umano, e va letto come passatempo filosofico, senza aspettarsi diagnosi, rimedi o nuove teorie. Di fronte a un problema di salute il punto di riferimento rimane sempre il proprio medico, e non un semplice libro, scientifico o narrativo esso sia.

Quali sono i tuoi segreti per scrivere un libro di qualità?

L’unico segreto per scrivere un buon libro è iniziare, tutto il resto viene in automatico. Ho iniziato a scrivere a penna il mio diario quando ancora non sapevo che un giorno sarebbe diventato un libro. In seguito, trascrivendolo in digitale ho iniziato ad apportare un po’ di correzioni e a rendere irriconoscibili le storie alle quali mi ero ispirato.

Durante la rilettura dei testi credo sia importante immedesimarsi nel lettore finale, con il giusto distacco emotivo per non restare inchiodati sul proprio punto di vista. Il parere dei primi lettori beta (es. parenti, amici, conoscenti) è sempre un valore aggiunto. Per ottenere un risultato professionale le bozze possono essere revisionate da un editor, in modo da scovare eventuali refusi nascosti nel testo, senza il timore che possa essere travisato il pensiero dell’autore.

La fase di editing di Ascoltando la pelle è stata lunga e interattiva, sotto la guida di una bravissima editor che ha preso a cuore i contenuti del libro, e ne ha reso comprensibili persino gli aspetti più tecnici e complessi. Il punto di vista del professionista è sempre un’altra cosa. Nel mio caso l’editor vi ha scovato dei refusi che in questi anni avrò letto e riletto decine di volte senza mai notarli. L’editing del mio libro è stato molto più che una semplice caccia ai refusi, ed è stato per me un’ulteriore occasione di crescita. Ad esempio ho imparato a evitare l’uso delle cosiddette “d” eufoniche e a eliminare i “piuttosto che”, sebbene utilizzati nel linguaggio comune.

Stesso discorso vale per l’impaginazione, la grafica, le illustrazioni e la promozione del libro. Ormai stiamo diventando sempre più bravi nell’uso domestico dei software di impaginazione e grafica, ma ognuno deve fare il suo lavoro con le competenze professionali maturate nell’arco di una vita e con gli strumenti più appropriati. Con la nascita dei social network, se un libro è davvero in grado di emozionare il lettore, non occorre chissà quale segreto per avere successo, se non quello di iniziare a scrivere.

Perché hai scelto di pubblicare in Self Publishing?

Ho scelto di pubblicare in Self per poter coordinare tutte le fasi del libro (es. contenuti, editing, grafica, impaginazione) a immagine e somiglianza di come l’ho immaginato negli anni trascorsi a scriverlo. Ho potuto scegliere in piena libertà la copertina, il tipo di carta, il numero di pagine e gli argomenti da trattare. Non mi piaceva l’idea di doverne adattare il contenuto a quello di collane preesistenti, a esigenze di marketing, o di uniformarlo alla moda del momento.

Qualche anno fa incontrai per caso un amico editore, e quando gli parlai del mio libro ancora in fase embrionale, mi rispose che se gli avessi inviato una bozza di poche pagine su come migliorare i “brufoli” in sette passaggi, lo avrebbe pubblicato nel giro di poco. Lo ringraziai per l’interesse ma non era quella la mia idea di libro. In questi anni di Rivoluzione digitale l’editoria sta attraversando un momento di svolta epocale, e nonostante ciò, sono ancora pochi gli editori che intravedono in tale cambiamento un’opportunità e non solo una minaccia. Per questo motivo, anche come lettore, sono sempre più attratto dagli autori Self, con la consapevolezza che possiamo trovare ovunque sia capolavori che demotivazione, sia nell’editoria tradizionale che nel mondo Self. Tutti conoscono la storia a lieto fine del best seller “Cinquanta sfumature di …”, nato prima come Self, e soltanto in seguito tradotto in tutte le lingue dagli editori tradizionali. Ci sono tantissimi altri esempi simili.

Il timore iniziale del “Self” come minaccia all’editoria tradizionale sta gradualmente tramontando. I grandi colossi dell’editoria stanno iniziando a investire in progetti di editoria ibrida (Self + tradizionale), grazie ai quali distribuiscono, traducono e promuovono i libri Self maggiormente graditi ai lettori. Quando ho pubblicato Ascoltando la pelle ho avuto tanti complimenti da parte dei lettori, e quando il libro si è posizionato 1° classificato su Amazon nella classifica dei best seller in Dermatologia, sono stato contattato da diverse case editrici per lavorare insieme a un’eventuale seconda edizione, con nuove storie. In realtà all’idea della seconda edizione ci stavo già pensando da un po’, e non ho escluso la possibilità di pubblicare Ascoltando la pelle con una casa editrice tradizionale, a patto che il testo resti così come sta piacendo ai lettori. L’introduzione di nuove storie nella nuova edizione in inglese (e in italiano) potrà sicuramente esaltarne i contenuti e continuare a emozionare il lettore.

Perché ti sei candidato alla selezione di Extravergine d’Autore?

La pubblicazione del libro Ascoltando la pelle era in programma da quasi 20 anni e il testo è stato man mano perfezionato con nuovi tasselli, provando a interpretare quelle prime intuizioni anche sulla base di concetti nuovi come la cibernetica, l’optogenetica, l’epigenetica e la medicina narrativa. Tra i tanti professionisti consultati ho voluto sentire anche il prezioso parere di un comitato di lettura neutrale, e il primo pensiero è andato allo staff di Extravergine d’Autore.

Gli staff editoriali di alcune case editrici valutano la qualità di un testo basandosi soprattutto sul suo potenziale di vendita. È pur vero che se un libro vende vuol dire che è un prodotto valido, ma a me occorreva sapere se il libro fosse realmente in grado di emozionare il lettore finale, al di là delle rigide logiche del marketing. Con grande disponibilità e professionalità lo staff di Extravergine d’Autore ha dedicato alla valutazione dei contenuti di Ascoltando la pelle lo stesso tempo e la stessa attenzione di una casa editrice, con la straordinaria sensibilità del lettore finale e non con la sterile razionalità del venditore di libri.

Contrariamente a quanto si possa immaginare, il termine “Self” non è affatto sinonimo di improvvisazione, e tantissimi autori Self mobilitano molte più risorse e motivazione per la realizzazione della propria “creatura” rispetto a quante potrebbe impiegarne una catena di montaggio stereotipata e demotivata, dando così al lettore finale, miglior filtro di qualità di sempre, un prodotto autentico. L’opinione dei lettori è il vero carburante per continuare a scrivere e a migliorarsi. Anche il punto di vista del professionista è importante, e quando costruttivo e disinteressato, vale quanto l’opinione dei più affezionati lettori. Ringrazio il team di esperti di Extravergine d’Autore per tutto il tempo e lo spazio che mi hanno dedicato, per questa lunga intervista, e per aver letto e apprezzato il mio libro con una bellissima recensione. Complimenti per questo progetto ambizioso e visionario, perché in un settore che sta cambiando a velocità esponenziale, ciò che per molti rappresenta ancora il futuro, per Extravergine d’Autore è già realtà quotidiana.