12 parole che non sai come scrivere

Era da un po’ che volevo scrivere un articolo che parlasse di parole difficili, quelle magari che, anche se usi tutti i giorni, quando devi metterle nero su bianco ti viene il dubbio sul come si scrivano correttamente.

Io, ad esempio, tutte le volte che devo scrivere la parola camice (quello dei medici, per intenderci) mi soffermo un attimo e penso: ci vorrà mica una “i”? No, non ci vuole, altrimenti diventa il plurale di camicia, ma come questo nella nostra lingua ci sono tanti altri vocaboli che possono destare più di un dubbio.

Per capire quali fossero quelli maggiormente controversi, ho cercato i più gettonati sui motori di ricerca. E non sono mancate le sorprese.

e l’apostrofo, dove lo metto?

qual è. Ecco uno degli errori più diffusi in qualsiasi ambito. Viene infatti quasi naturale troncare quale e metterci un bell’apostrofo. Peccato che, come insegna l’Accademia della Crusca, trattasi di apocope vocalica e non di elisione, valida ad esempio anche con le consonanti (qual modo). Quindi qual è si scrive senza apostrofo.

d’accordo. A qualcuno potrà sembrare strano, ma molti sono dubbiosi in merito alla reale esistenza sul dizionario della parola “daccordo”. Non è così, la forma corretta è d’accordo (cioè: di accordo)

c’entra o centra? Queste forme sono entrambe corrette, qui la differenza la fa il contesto.
centra è la terza persona singolare presente del verbo centrare e va quindi utilizzata in quanto tale. Ad esempio è corretto dire: Mario centra il bersaglio.
È sbagliato invece: Mario non centra.
Se si intende infatti esprimere un concetto di inclusione (o esclusione se negato) la forma da utilizzare è c’entra, cioè il contratto di ci entra.

tutto attaccato?

Ammettilo, ogni tanto te lo sei chiesto anche tu, soprattutto per parole composte da più di due parti come dopodiché e tuttalpiù. In questi due casi puoi andare tranquillo, sono ammesse tutte le forme, sia quelle contratte sia quelle estese, anche se le prime sono considerate rare.
Le forme più corrette sono quindi: dopo di che e tutt’al più.

tuttora. Qui invece la storia è differente; la forma obsoleta è infatti quella con l’apostrofo, tutt’ora, che ormai è completamente caduta in disuso (come ci ricorda anche la Treccani). Tuttora quindi si scrive tutto attaccato.

c, q e altri tormenti

Altro tormento degli internauti paiono essere le parole con la Q, o almeno quelle che lasciano il sospetto in merito alla sua reale necessità d’utilizzo. E se termini come soqquadro sono eccezioni che possono giustificare i dubbi, altre lo sono un po’ meno…

nacque. Il passato remoto del verbo nascere crea un po’ di scompiglio: chi pensa si scriva con la sola Q, chi solo con la C. La forma corretta, naturalmente, è quella con il CQ.

percuotere. Ecco un altro verbo controverso. Anche in questo caso i dubbi sono gli stessi, ma la soluzione una: percuotere si scrive così, con solo la C.

come si scrive…

conoscenza? La grafia corretta è senza la I, come la parola tardo-latina da cui deriva.

familiare? La forma più utilizzata è quella senza G, ma è accettata, anche se meno comune, famigliare.

ahimè? Qui il difficile è soprattutto individuare la posizione della H. Ci aiuta ancora la Treccani insieme a Dante: Ahimè, che piaghe vidi ne’ lor membri

aeroporto? Lo so, uno pensa che se deriva da aereo dovrebbe scriversi aereoporto. Invece non è così, la forma corretta non prevede una seconda E.

Tu invece? Conoscevi la corretta grafia di tutte queste parole? Quali sono i “vocaboli trabocchetto” che ti mettono più in difficoltà? Scrivilo nei commenti!

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *