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Amazon contro Tutti

Voglio provare a fare alcune riflessioni. La premessa è che di Amazon mi importa nella stessa misura della Scandinava — di cui, tanto per essere chiari, conosco solo approssimativamente la posizione geografica. Sono un autore self e pubblico anche con Amazon. Questo è il mio legame con la creatura di Bezos. Nulla di più. Partiamo con i ragionamenti. Mettetevi comodi, perché non sarà faccenda breve.

A febbraio ho partecipato all’evento Firenze Libro Aperto, una riuscita fiera del libro, alla prima edizione, organizzata nel capoluogo toscano. Gli eventi che si sono susseguiti nei tre giorni di festival sono stati tanti e interessanti. Uno su tutti ha attirato la mia attenzione e messo in moto i miei neuroni, nei giorni seguenti, portandomi a ragionare su alcuni punti caldi dell’odierno discorso editoriale. Ad un certo punto del dibattito, a cui partecipavano autori e professionisti dell’editoria tradizionale e self, si è finiti a discutere del ruolo di Amazon nel mercato libraio. E ovviamente sono volati fulmini e maledizioni: le librerie ce l’hanno con Amazon, gli editori ce l’hanno con Amazon, gli autori ce l’hanno con Amazon, i lettori ce l’hanno con Amazon. I Neanderthal si sono estinti 40.000 anni fa, ma credo che anche loro avrebbero avuto da ridire su Amazon. Magari se ci mettiamo a cercare tra i resti fossili, qualcosa viene fuori.

Io non credo che Amazon rappresenti il male dell’editoria. Sostengo invece che abbia dato un’opportunità immensa a lettori e scrittori, e tracciato la strada da seguire per tutti gli altri, librerie in primis. Intendiamoci, parliamo sempre di un’azienda che ha come finalità il lucro, quindi non intendo proporla per il processo di beatificazione. Però non condivido neanche gli attacchi che riceve. Almeno non tutti.

Per semplificare il discorso, ho individuato quattro soggetti principali: gli autori, i lettori, gli editori, le librerie. Farò un’analisi per ognuna di queste categorie in relazione ad Amazon. Sarà un match alla pari. Senza colpi bassi. Indossiamo il paradenti e partiamo.

Amazon vs Autori

Molti autori considerano Amazon una sorta di nemico delle vendite, che punta soltanto ad abbassare il prezzo dei libri e, di conseguenza, quello delle royalty. In parte è vero e il discorso vale sopratutto per gli ebook. Ma i margini di guadagno ci sono, e anche piuttosto ampi. Bisogna solo capire come funziona tutto il sistema e come sfruttarlo al meglio.

All’evento di Firenze di cui vi accennavo prima hanno partecipato anche due autori italiani che proprio dal self sono nati: Giulia Beyman e Riccardo Bruni. Li ho raggiunti e ci ho fatto una chiacchierata. L’argomento lo conoscono bene, infatti pubblicano con Amazon da tanti anni. Possiamo considerarli dei precursori. Niente teoria quindi, solo pratica. Ecco cosa mi hanno detto riguardo la loro esperienza:

Giulia Beyman:

Ho cominciato a pubblicare con Amazon alla fine del 2010 — il sito italiano ancora non esisteva. A quel tempo lavoravo come sceneggiatrice e avevo una gran voglia di trasformare una delle mie storie in un libro. Ho conosciuto delle autrici indipendenti americane — vere e proprie “macchine da guerra” — e ho scoperto che con la piattaforma di KDP era possibile prendere in mano la propria carriera di scrittrici, investendo tempo, professionalità e anche, secondo me, un po’ di ostinazione. La coincidenza è stata perfetta.

Ci sono stati mesi in cui lavoravo ore, ore, ore… e facevo la ola se scoprivo nei report di aver venduto una sola copia, e poi periodi più fortunati. Sono riuscita a fare dei libri il mio lavoro a tempo pieno e sono convinta che gli ultimi anni abbiano portato enormi opportunità per chi scrive.

Non sono tutte rose e fiori e non ci sono grandi punti fermi — è vero — oltre a quelli di cercare di migliorarsi sempre e di insistere. Ma una delle cose più importanti, secondo me, è saper osservare — quello che funziona, quello che non funziona, chi fa meglio di noi e perché, i cambiamenti che avvengono nel settore… — e avere la capacità di modificare le proprie strategie quando non sono più efficaci…

Riccardo Bruni:

… L’importante è saper ricreare attorno a sé un contesto quanto più simile possibile a quello di un buon editore. Trovare cioè qualche valido compagno di viaggio che ci affianchi nell’avventura dopo le prime stesure. Qualcuno che ci aiuti a leggere il nostro lavoro con gli occhi di un altro. L’ingresso di Amazon nel contesto dell’editoria italiana è stato fondamentale per lo sviluppo di questa forma di editoria indipendente, prima di tutto per la visibilità che mette a disposizione. Un qualsiasi autore “indie” può entrare in pochi minuti in una rete di distribuzione potenzialmente planetaria…

Vorrei partire proprio dalle loro parole per azzardare una disamina sul rapporto autore-amazon. Giulia — autrice top seller sul Kindle Store Italia e detentrice di un clamoroso record di vendite nel primo quinquennio di vita dello store— e Riccardo — che è partito dal selpublishing ed è arrivato alla candidatura al Premio Strega 2016, anche lui con scalate memorabili alle classifiche di Amazon — parlano, direttamente e indirettamente, entrambi di opportunità.

Oggi il selfpublishing rappresenta per molti autori un’opportunità incredibile per farsi conoscere. Sono molte, e valide, le piattaforme self italiane: StreetLib, Youcanprint, Ilmiolibro, PubMe tanto per citare qualche nome tra quelli più conosciuti. Sono tutte ottime e fanno quello che devono fare con professionalità, ognuna con i propri punti di forza. Tutte forniscono assistenza alla pubblicazione e accesso a servizi editoriali a pagamento per migliorare la qualità del libro. E tutte offrono una distribuzione capillare dell’ebook e del cartaceo nelle principali librerie online e fisiche.
Amazon invece? I programmi di pubblicazione di CreateSpace e Kindle Direct Publishing (KDP, per gli amici) non offrono servizi editoriali e non danno accesso ad una distribuzione nelle librerie fisiche ed online ,  escluse quelle di Amazon.

E allora, dov’è la convenienza per un autore, se non può vendere su Ibs, nelle librerie Feltrinelli o in quelle del gruppo Mondadori?

Ritorniamo alle opportunità. A mio avviso, quella più grande è di poter competere alla pari con i grandi editori. Amazon — quando si pubblica con CreateSpace e KDP si accede alla distribuzione negli store Amazon del mondo — non fa differenza tra un libro self e uno edito da casa editrice. Se merita e vende, lo mostrerà ai propri clienti.

Giulia Beyman:

… Amazon stessa può proporre promozioni come l’Offerta Lampo o l’Offerta del mese (sembrerà strano, ma chi lavora dietro le quinte osserva il lavoro degli autori indipendenti), ma bisogna avere un prezzo di almeno 2.99€ per sperare di essere selezionati. E queste promozioni, soprattutto la prima, aiutano alla grande…

Per esperienza diretta, posso assicurarvi che è proprio così. Non so chi lavori dietro le quinte per segnalare i libri, ma un paio di settimane fa un amico mi ha telefonato per chiedermi se avessi finanziato una campagna pubblicitaria su Amazon, perché gli era appena arrivata una newsletter dove, tra gli altri, gli veniva suggerito l’acquisto proprio del mio ultimo romanzo. E io ovviamente non avevo fatto nulla — Bezos ha già tanti soldi, non mi pare il caso di dargli anche i miei… che nemmeno sono così tanti!

E poi ci sono gli strumenti di marketing. Amazon permette agli autori di giocare con prezzi, codici sconto, promozioni gratuite. C’è il programma Kindle Unlimited, per cui si viene pagati in base a quante pagine vengono lette — non sarà proprio conveniente per gli autori come una vendita reale, ma offre visibilità e fa recuperare posizioni in classifica.

Certo, una piattaforma self come Streetlib, ad esempio, offre maggiore supporto agli autori in fase di pubblicazione — i servizi editoriali di cui parlavo prima — mentre con Amazon uno deve smazzarsi tutto il lavoro da solo. Però il selfpublisher è anche un editore e dovrebbe arrivare, si spera, un filino preparato alla fase di pubblicazione. Il selfpublihing, come ci ricordano Riccardo e Giulia, ci vincola anche ad una certa responsabilità.

Riccardo Bruni:

Io sono sempre stato convinto che ogni libro sia un viaggio a sé. L’unica cosa che un autore deve porsi come obiettivo è quello di curarlo nel migliore dei modi. A volte questo può voler dire scegliere la via dell’autoproduzione, magari perché un editore non ci offre le dovute garanzie di quella cura o magari perché abbiamo in mente un progetto già definito, ma è una scelta che nessuno può suggerire, in termini assoluti: deve essere l’autore a capire quando arriva il momento di provarci. È un’esperienza che ti pone nella cabina di regia, perché chi si autopubblica è sia autore sia editore del proprio lavoro, e questo gli attribuisce ancora maggiore responsabilità…

Giulia Beyman:

… Dopo sei anni mi sembra ancora incredibile che con pochi passaggi, si possa arrivare a un pubblico tanto vasto. A dirla tutta, è anche una grandissima responsabilità. Un invito a essere il più professionali possibile. La teoria del “meglio un uovo oggi”, qui non funziona…

Per come la vedo io, Amazon costringe l’autore ad assumersi maggiore responsabilità e lo obbliga a prepararsi a dovere prima di calarsi nei panni dell’editore, ma poi lo ripaga fornendogli strumenti di vendita eccezionali, che non temono confronti.

Faccio qui anche un’altra constatazione, da autore, che reputo fondamentale. Tutte le piattaforme italiane che ho citato prima soffrono di una imperdonabile debacle che riguarda i prezzi di vendita del cartaceo, che risultano quasi sempre troppo alti per sperare di essere competitivi nel tradizionale mercato librario. Potete testarlo voi stessi, visto che tutte queste aziende offrono, sui rispettivi siti, uno strumento per calcolare le royalty sulla base di un determinato prezzo di vendita scelto. Finché si tratta di volumi di modeste dimensioni, si riesce a rimanere su prezzi di copertina accettabili senza rimetterci troppo in royalty, ma se, ad esempio, avete intenzione di pubblicare un libro di 350 pagine la situazione diventa critica. Per guadagnarci qualcosa — e trattandosi di selfpublishing gradiremmo stare sopra le normali percentuali da casa editrice — si è costretti ad impostare prezzi di copertina vicini ai 18/20 euro. Cifre spropositate per un paperback, sopratutto di un autore sconosciuto.

Amazon permette di rimanere molto bassi col prezzo del cartaceo e ci dà anche la possibilità — per il momento solo con CreateSpace, perché KDP deve ancora organizzarsi a riguardo—di acquistare copie autore a costi concorrenziali.

Vi faccio un esempio: un libro di 360 pagine, formato 20X13 centimetri, carta dell’interno color crema e copertina lucida, può avere un prezzo al pubblico di 12,50€ e garantire all’autore royalty del 18%. Ancora più interessante è l’opportunità per l’autore di acquistare copie di quel volume al costo di 4,80€, anche per una sola copia. Le spese di spedizione, va detto, non sono basse. Ma se non si ha fretta e ci si organizza con i tempi, si può scegliere una spedizione standard, che ha un prezzo accettabile.

C’è un ulteriore aspetto che un autore dovrebbe tenere in considerazione, mentre valuta se Amazon possa convenirgli, e ha due nomi: Publishing e Crossing. Sto parlando di case editrici e di opportunità — eccola sempre qui, la parolina magica — perché il selfpublishing è, ricordiamoci, una opportunità. Amazon Crossing e Amazon Publishing sono le due case editrici con cui il marchio spinge nel mercato i libri che ritiene migliori, scovandoli nel proprio catalogo. Tanto per dirne una: Crossing prende la tua opera, la traduce in due o tre lingue e la propone nei mercati di riferimento. Diventare un bestseller internazionale potrebbe quindi essere più facile del previsto — certo, prima devi essere bravo e avere scritto romanzi di successo come Prima di dire Addio e La Notte delle Falene, però la possibilità è reale, anche per un autore sconosciuto.

In conclusione, credo che Amazon rappresenti per l’autore self una vera opportunità da sfruttare, con un potenziale altissimo. Nessun altro servizio di selfpublishing permette di competere ad armi pari con i Big dell’editoria. E questo è un settore dove anche Davide può imporsi su Golia. Basta sapersi muovere bene e avere delle strategie vincenti, perché gli strumenti ci sono. E sono anche parecchio potenti.

Ovviamente, bisogna anche valutare ciò che si lascia per strada, perché non si può avere tutto. Come ho detto prima, Amazon distribuisce solo negli store Amazon, quindi i vostri libri non saranno presenti in negozi come Feltrinelli o Mondadori — anche se nulla vieta di estendere la distribuzione attraverso altre piattaforme self o altri servizi, magari anche nel formato ebook: avete mai sentito parlare di Smashwords, ad esempio? Si tratta di stabilire il tipo di strategia che si intende perseguire e di intuire quali sono i passi vincenti da effettuare. La strada verso il successo non è mai una sola. E in ogni caso scordatevi le scorciatoie.

Nella seconda parte dell’articolo analizzeremo la situazione tra Amazon e i lettori. Nel frattempo vi lascio due brevi biografie di Giulia Beyman e Riccardo Bruni, che ringrazio due volte: la prima per il loro prezioso contributo ai miei ragionamenti e la seconda per non avermi denunciato per stalking presso tutte le autorità competenti.


Giulia BeymanGiulia Beyman è nata a Roma, dove vive e lavora. Per più di vent’anni ha lavorato come redattrice, giornalista free-lance e infine come sceneggiatrice per la televisione italiana. Dal 2011 si dedica a tempo pieno alla sua attività preferita, che è quella di scrivere libri. Nel 2014 il suo libro “Prima di dire addio” è stato l’ebook più venduto del Kindle Store Italia. Nel 2016 è risultata l’autore indipendente topseller nei primi cinque anni del Kindle Store Italia. Il suo ultimo romanzo, La sposa Imperfetta, attualmente in prevendita, è già nella top 100 del Kindle Store.


Riccardo BruniRiccardo Bruni è nato a Orbetello nel 1973. Giornalista e scrittore, è considerato un pioniere del self-publishing. Nel 2010 con Nessun dolore ha vinto la prima edizione del torneo letterario IoScrittore. Nel 2013 il suo romanzo autopubblicato Zona d’ombra è diventato un importante caso letterario, scalando le classifiche di Amazon per alcune settimane senza soffrire la concorrenza dei bestseller internazionali. Nel 2016 La notte delle falene, primo romanzo pubblicato con Amazon Publishing, è stato candidato al Premio Strega. Il suo ultimo romanzo, La stagione del biancospino, appena pubblicato ha già scalato le classifiche di Amazon.

7 thoughts on “Amazon contro Tutti

  • paolo suriano

    Ci sono altri aspetti, personalmente ho pubblicato il libro su Amazon, ma appena posso lo tolgo. Ritornerò su questo interessantissimo post e ne parlerò. Complimenti a Extravergine ti seguo sempre.
    Paolo Suriano

  • paolo suriano

    o meglio per lasciarlo nel mercato amazon bisogna tradurlo (e questo è un aspetto) se no si fa fatica a pubblicizzarlo.

  • paolo suriano

    aggiungo che createspace è gia acqua passata ora Amazon usa KDP beta per il cartaceo, facendo print on demand diretto.

  • Piero Didio

    la mia esperienza con Amazon è più che soddisfacente. Ho sperimentato un sistema che prevede la pubblicazione del cartaceo con una casa self publishing e la pubblicazione dell’e-book con Amazon. Ho pubblicato 4 libri (3 romanzi e 1 antologia) e posso dire con soddisfazione che Amazon mi vende abbastanza bene, soprattutto con KDP, il sistema che vende pagine, per così dire, sfuse e ogni mese mi arriva il bonifico sul conto. Certo, il prezzo per pagina è piuttosto basso ma consente di vendere abbastanza bene. Poi ci sono i periodi in cui è possibile mettere in promozione i proprii libri, anche gratis, e questo spinge abbastanza bene le vendite nel periodo successivo. Per me Amazon è una buona esperienza.

  • paolo suriano

    Servono i numeri veri, le metriche personali (più che soddisfacente) sono approssimative. Una copia stampata con Amazon (kdb-beta) costa almeno 4 euro (280 pagine) tolte le percentuali, arrivi a guadagnare un terzo del prezzo di copertina forse meno. Ci si salva con la spedizione. L’e-book lo devi tenere ad un prezzo dignitoso € 2,99, e se prendi il 70% delle royalties (se si vendono molte copie) forse ha senso. La promozione – seria – si potrebbe fare con la loro piattaforma di pubblicità, ma tuttora (per i libri scritti in italiano è vincolata al kdp americano e non ti permette di pubblicizzare all’interno del circuito Amazon e-reader compreso. Ho mandato svariate mail al kdp italiano forse mi hanno risposto una volta. Poi ho stalkerato il kdp americano; hanno addirittura fatto un’indagine per capire come mai libri in italiano erano pubblicizzati sulla loro piattaforma, kindle compreso. Ho atteso settimane per capire come fare per pubblicizzare il mio, ma non era possibile. E alla fine ho capito che il libro di Riccardo Bruni, scritto in italiano che però ha Amazon Publishing come editore, la pubblicità la ottiene gratis. Ovviamente con tutto il merito dovuto. Questo è il limite di Amazon però, per noi che scriviamo solo in italiano; ripeto per decollare bisogna tradurlo o affidarsi ad una agenzia di pubblicità per impiastrare il web e la stampa, o forse come succede spesso in Italia avere qualche santo in paradiso. Io su Amazon dopo lo sprint iniziale vendo copie random e solo se mi invento qualche diavoleria sui miei profili social, essere arrivato a vendere c.ca 100 copie vendute lo ritengo un traguardo raggiunto con i miei sforzi economici e con le relazioni. Non riesco a scrivere un libro l’anno, né voglio farlo più, senza uno straccio di contratto. Dico che il dazio questa volta l’ho pagato, ma sarà solo questa volta. Forse non vale la pena dare in esclusiva il libro ad Amazon se non ti aiutano. Ecco, tutto qui. Ciao Extravergine, siete bravi. Paolo

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