intervista

Quattro chiacchiere con Tina Caramanico

Cominciano oggi le nostre interviste agli autori selezionati per far parte della nostra vetrina.

La prima a rispondere alle nostre domande è Tina Caramanico, autrice “ibrida” che, dopo una serie di esperienze con editori, ha deciso di provare il self publishing pubblicando la raccolta di racconti Nell’altra stanza (tre racconti sull’altrove), entrata nella selezione di Extravergine d’autore.

Quali sono i tuoi segreti per scrivere un libro di qualità?

Naturalmente solo i lettori possono dire se un libro è o non è “di qualità”. Io come autrice posso solo provare a fare del mio meglio. Credo che per un autore gli strumenti indispensabili siano la padronanza della lingua, tantissime letture, curiosità e un certo sguardo sulla realtà, la capacità di vedere e raccontare le cose in modo originale (e questa credo sia in buona parte una caratteristica innata). Poi ci vogliono tempo, umiltà e pazienza: per lasciare che le idee prendano forma, per lavorare sul testo, rileggerlo (e farlo leggere a qualche lettore neutro ed esperto), vederne i difetti, migliorarlo. E coraggio per lasciare ad altri, i lettori, la propria creatura quando è pronta (ma mai perfetta).

Cosa ti piace e cosa no del mondo Self Publishing?

Mi piace in primo luogo la libertà che questa opzione garantisce a uno scrittore: so che potrò mettere a disposizione dei potenziali lettori tutto quello che mi sembrerà giusto diffondere. Non sarò mai costretta a pubblicare solo quello che piace all’editore X, o a scrivere come vuole l’editore Y. Mi prendo tutti gli oneri, tutte le responsabilità, eventualmente tutti gli onori.
Purtroppo questa fantastica libertà di espressione viene spesso svilita, soffocata da una quantità di libri oggettivamente brutti che vengono autoprodotti e che finiscono per alimentare pregiudizi e rifiuti a priori del self-publishing da parte dei lettori e di tutti quelli che si occupano (per mestiere o per piacere) di libri, letteratura, editoria.

Perché hai scelto di pubblicare in Self Publishing?

Il primo libro che ho autoprodotto è stata una piccola raccolta di racconti, “Nell’altra stanza (tre racconti sull’altrove)”: le storie mi piacevano, la dimensione era ottima per il formato digitale, ma probabilmente non avrei trovato un editore che le pubblicasse così com’erano. Mi avrebbero chiesto di aggiungere altri racconti (ma a me la raccolta pareva perfetta così), ci sarebbe stato il problema della coesistenza di generi diversi (il tema è lo stesso, ma ogni racconto è diverso per genere: il primo è un horror-noir, il secondo di fantascienza, il terzo mainstream). Così ho deciso di provare l’autoproduzione e non sono pentita. Credo che continuerò a usare il self-publishing: non esclusivamente, ma certo quando sarà l’opzione migliore per un determinato testo.

Perché ti sei candidata alla selezione di Extravergine d’autore?

Ho trovato sul web il sito di Extravergine d’autore proprio quando il mio ebook autopubblicato era appena uscito e mi è sembrata una buona idea sottoporlo alla loro valutazione. Visto che il problema principale del self-publishing è appunto quello di distinguere i testi di buona qualità da quelli improvvisati, ovviamente più numerosi, avere dei lettori obiettivi e super partes che facciano da garanti è un buon modo di uscire dall’impasse. Mi auguro che l’iniziativa si diffonda e che molti autori autopubblicati abbiano la possibilità di partecipare al progetto.

One thought on “Quattro chiacchiere con Tina Caramanico

  • Nadia Bertolani

    Conosco Tina Caramanico (la conoscenza è virtuale, da lettrice) e l’apprezzo moltissimo, è una scrittrice che cura la forma linguistica e la struttura narrativa e non lascia nulla all’improvvisazione.

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