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Jailbait l'esca

Lorenzo Vercellino

« Sia sul piano scientifico che su quello morale, venni dunque gradualmente avvicinandomi a quella verità, la cui parziale scoperta m'ha poi condotto

a un così tremendo naufragio: l'uomo non è veracemente uno, ma veracemente due ».

(Lo strano caso del dottor Jekill e del signor Hide, 1886, R. L. Stevenson)

1. Briefing

La piccola, grigia e anonima maschera java della chat erotica attendeva pazientemente che Massimo Meltemi si decidesse a inserire user id e password per accoglierlo, ancora una volta, in una delle tante room dai nomi evocativi delle più svariate perversioni.

Molto spesso era la fantasia dei creatori delle stanze a incuriosirlo prima ancora dei pittoreschi nick dei suoi occupanti.

Ad esempio, se “ninfette per porci maturi” non gli aveva mai creato grandi problemi d’interpretazione, era stato costretto a ricorrere a Wikipedia (diventandone anche sostenitore) per capire che diamine significasse “impassibili orbite” , e perché mai qualcuno aveva sentito la necessità di chiamare in quel modo una chatroom erotica.

Tuttavia, la circostanza che quella stanza fosse sistematicamente “Queste ere invase dalla morte, in cui il globo diventato muto, continuerà, ma senza di noi, a descrivere nello spazio impassibili orbite”. A. De Gobineau, Essai sur l’inégalité des races humaines vuota lo confortava sul fatto che non era l’unico a non capirne il senso in quel contesto.

Mentre stava per connettersi, il vice ispettore Michele Risi fece capolino sulla porta dell’ufficio di Meltemi e disse: « La squadra della mobile è arrivata. Sono agli ordini di Allegri. Mi spiace ».

« Nessun problema, Michele: Allegri è un ottimo poliziotto… uno stronzo, ma un ottimo poliziotto».

« Se lo dice lei capo… ». Meltemi guardò ancora per un momento l’interfaccia della chat comese avesse dovuto scusarsi con un signora lasciata troppo tempo ad aspettare al tavolo di un ristorante, poi si alzò per andare a ricevere la squadra di intervento di Valerio Allegri nella sala briefing.

« Ispettore capo Meltemi… », esordì Allegri andandogli incontro con la mano tesa.

« Commissario Allegri… », rispose quello restituendo al giovane ufficiale una stretta ferrea.

« Questa dovrebbe essere la volta buona, vero ispettore? », disse il responsabile della squadra operativa: si stava riferendo implicitamente al loro ultimo intervento eseguito su segnalazione della Polizia Postale, che non aveva portato a nessun risultato se non a quello di inasprire i rapporti tra i due poliziotti.

« Avrebbe potuto esserlo anche l’altra volta, commissario, ma non è colpa nostra se il molestatore ha fiutato l’esca… e nemmeno dei suoi uomini, ovviamente », aggiunse volutamente in ritardo Meltemi, sebbene sapesse benissimo che era effettivamente così.

« Vogliamo procedere con il briefing? », tagliò corto Allegri.

« Prego, si accomodi commissario » lo invitò l’ispettore aprendo la porta a vetri della sala e facendo accomodare il giovane ufficiale.

« Il vice ispettore Risi e la dottoressa Annalisa De Nicola, la nostra consulente informatica esterna, sono i coordinatori di questa indagine », disse Meltemi alla sala. « Inizieranno a esporvi il caso mentre io concluderò illustrandovi alcuni dati operativi che ho raccolto personalmente ».

Michele Risi aveva appena ventinove anni, si era laureato in sociologia alla Sapienza mentre lavorava come poliziotto alla stradale.

Seguiva i corsi on-line e si era bruciato tutte le ferie per prepararsi agli esami.

Si era laureato discutendo una tesi estremamente specialistica, che gli era valsa la lode, sulle perversioni sessuali degli uomini di successo ultra trentacinquenni. La notizia si era sparsa rapidamente in centrale e Meltemi ne aveva voluto una copia. Terminato di leggere il lavoro, aveva chiamato Risi per un colloquio e dopo una settimana ne aveva chiesto e ottenuto il trasferimento alla Postale.

Risi era di corporatura abbastanza esile in confronto al massiccio ispettore ma aveva dimostrato fin da subito ottime doti investigative; era un buon tiratore e, soprattutto, ci sapeva fare con le relazioni cyber e i computer che costituivano l’ossatura dell’attività di indagine della Postale.

Quello che stava per esporre era il primo caso che seguiva come responsabile sia pure in tandem con la De Nicola.

« Buongiorno a tutti », esclamò il vice ispettore alquanto teso, « per chi non lo sapesse », nessuno in realtà, « la nostra sezione si occupa di monitorare la Rete per individuare e prevenire possibili crimini a sfondo sessuale commessi sui minori con l’uso delle chat, dei social network, o dei vari siti e programmi di messaggistica in generale.

« La Divisione Crimini Sessuali ci ha comunicato che nell’ultimo anno le molestie più o meno gravi su minorenni da parte di adulti sono aumentate considerevolmente e sempre stando alle statistiche tutti i casi, o perlomeno la maggior parte, sono iniziati attraverso un contatto internet. Riteniamo di aver trovato un riscontro locale tra sei casi di sevizie a ragazzine infraquindicenni e un possibile molestatore che ha “adescato” la dottoressa De Nicola. Il sospetto ha dichiarato di avere all’incirca quarant’anni ma pensiamo ne abbia tra i 48 e i 52; è acculturato, con una posizione professionale di rilievo e una disponibilità economica considerevole. Stando a quanto ha dichiarato nelle conversazioni con la dottoressa De Nicola, dovrebbe essere sposato, o perlomeno lo è stato, ma non ha figli. Si è attribuito tre “relazioni” con ragazzine tra i dodici e quindici anni solo nell’ultimo anno. Il suo nick preferito è Sexydaddy, che usa anche in forma contratta come Sxdaddy o Sexdad » Risi fece un’altra pausa per bere.

Gli pareva di aver letto da qualche parte che le pause programmate consentivano all’auditorio di fissare meglio i concetti che il relatore andava esprimendo. In realtà stava solo tradendo il fatto di non essere un oratore abituato a parlare troppo a lungo.

Era più nervoso del previsto.

« Come vi spiegherà meglio la dottoressa De Nicola, Sexdaddy è capace di alternare un linguaggio elegante a uno scurrile, conosce molto bene gli argomenti che trattano le teen o le preteen. Ha dato prova di essere molto attento alla sua forma fisica e al suo aspetto, pare svolga regolarmente attività sportiva e ricorra a piccoli interventi di chirurgia estetica per rimuovere qualche segno dell’età. Secondo la dottoressa, Sexdaddy ha dichiarato di avere 40 anni perché quella è l’età che dimostra ».

I poliziotti in sala non sembravano particolarmente colpiti dalla relazione né entusiasti del caso.

Per il momento il profilo descritto dal vice ispettore era molto più che generico e non sembrava contenere indicazioni concrete. Tutti sapevano che la rete è piena di pervertiti più o meno reali.

La maggior parte dei frequentatori delle chat sono abitudinari e sostanzialmente inoffensivi: emulano le notizie riportate dalla Rete stessa ma non commetterebbero mai un reato, tantomeno uno a sfondo sessuale.

Quelli più bravi si limitano ad aggiungere qualche particolare scabroso frutto della loro mente, mentre quelli più grezzi si limitano a mischiare tra loro le storie ascoltate da altri utenti all’unico scopo di masturbarsi.

Individuare questi ultimi, farli contraddire e, sistematicamente, ridicolizzarli era uno dei passatempi preferiti dalla squadra di Meltemi e, spesso, anche l’ispettore si divertiva a prendervi parte.

In ogni caso si aveva a che fare con persone limitate.

Meltemi aveva sviluppato un talento particolare a scoprire questi limiti e a concentrarsi solo su quei soggetti che non li manifestavano perché quelli o erano poliziotti come loro o potenziali criminali.

Ovviamente, tutti sapevano che quotidianamente molta gente pericolosa entrava nella Rete, ma gli agenti della squadra mobile presenti in sala non credevano che i colleghi della Postale si fossero imbattuti in persone del genere.

Michele Risi intuì lo scetticismo tra i suoi ascoltatori e riprese a parlare nel tentativo di fornire qualche prova ai diffidenti.

« Abbiamo svolto le indagini di prassi e abbiamo trovato diversi riscontri. Incrociando i dati sull’età, i luoghi frequentati, la professione e, soprattutto, alcuni piccolissimi particolari emersi dalle conversazioni ma non pubblicati in ordine ai crimini sessuali commessi sui minori della città e rimasti impuniti, abbiamo individuato tre possibili sospetti ».

Un’altra pausa per bere.

« Due sono liberi professionisti: un architetto affermato, un chirurgo plastico discretamente capace e il terzo, un funzionario di alto livello di un dipartimento del Ministero dell’Agricoltura » Almeno metà degli agenti in sala non riuscirono a reprimere un mormorio divertito sentendo evocare il Ministero dell’Agricoltura.

Michele Risi non colse l’umorismo intrinseco e proseguì.

« Riteniamo che uno dei tre sia Sexdaddy. E, tra questi, propendiamo a credere che l’autore delle molestie sia il primo, l’architetto Gregorio Rossini. Qualcuno di voi lo ha mai sentito nominare? », chiese.

Lo schermo attivato alle sue spalle restituì il volto decisamente interessante di un uomo che, come pensava la dottoressa De Nicola, non dimostrava più di quarant’anni.

Il mormorio divertito si trasformò in un silenzio imbarazzato.

Finalmente il vice ispettore aveva l’attenzione che cercava.

Quasi tutti nella sala conoscevano l’architetto Rossini, e quei pochi che non sapevano chi fosse capirono dai volti dei loro colleghi che il sospettato doveva essere un pezzo grosso.

« Il suo studio ha vinto l’appalto per la progettazione della nuova Città del Cinema. Un’opera da quasi mezzo miliardo di euro. È da mesi presente su tutte le testate economiche, ha persino strappato una copertina all’edizione inglese del Time Magazine. Ovviamente, è un buon amico del sindaco, del governatore della Regione e di una dozzina di politici più o meno influenti. Nonostante sia così esposto e impegnato, chatta regolarmente almeno due ore ogni giorno in cerca di ragazzine da adescare » Un agente alzò la mano.

« Mi dica… », fece Risi concedendogli la parola.

« Non capisco, signore, per quale motivo l’architetto Rossini dovrebbe adescare una ragazzina mai vista né conosciuta, rischiando non solo il carcere ma anche un fatturato annuo di milioni di euro? Non sarebbe più semplice per lui scegliersi qualche liceale che arrotonda la paghetta facendo la escort? ».

« …e togliergli il piacere della caccia? Della privazione del controllo… anzi, dell’assunzione del controllo della vittima per il solo tramite delle sue parole? », lo interruppe il superiore. « No collega, ricevere un po’ di sesso a pagamento da un’adolescente annoiata non lo appagherebbe mai come farsi spazio nei pensieri di una ragazzina, magari anche sessualmente attiva, ma completamente acerba nelle emozioni. Il nostro uomo vuole essere parte del pensiero della sua vittima, vuole che lei ne faccia l’autentico oggetto dei suoi desideri, anche di quelli sessuali ».

Michele Risi lasciò che quanto aveva appena detto radicasse nei cervelli dei presenti.

Sperava che capissero che il lavoro della Postale non era, solo, parlare di “cazzo&figa” con adolescenti complessati incapaci di farsi una vita nel mondo reale e, ogni tanto, incastrare qualche “maturo” che voleva provare l’ebbrezza di scoparsi una (o un) minorenne.

Il vero lavoro della squadra non consisteva semplicemente nel fermare i pedofili veri e propri, vale a dire coloro che cercano incontri sessuali con bambini di età generalmente inferiore ai tredici anni; ma soprattutto nell’arrestare quei mostri che attraverso il sesso svuotano la mente di ragazze e ragazzi emotivamente labili, per sostituire i loro innocenti desideri con innaturali perversioni. Questo secondo fine era indispensabile per impedire che i ragazzi sopravvissuti, una volta diventati adulti, si trasformassero in nuovi mostri.

Il vero pericolo era rappresentato da questi ultimi in quanto esseri striscianti che violentano in modo più subdolo: si insinuano nei pensieri degli adolescenti nel momento della loro vita in cui cominciano a sviluppare desideri e pulsioni di ogni genere, quindi li piegano ai propri desideri facendo in modo che credano che quello che gli stanno per fare sia un loro desiderio. In questo modo non solo soddisfano le loro fantasie ma anche creano schiavi sessuali, inconsapevoli, felici di partecipare a quelle esperienze che mai confiderebbero ad anima viva, il che garantisce ai violentatori un anonimato pressoché inviolabile.

Questo pochi lo capivano.

Massimo Meltemi sapeva bene di cosa stava parlando il suo uomo perché glielo aveva sentito ripetere decine di volte, e perché su quell’argomento era incentrata la tesi grazie alla quale oggi il vice ispettore era entrato a far parte della polizia postale.

L’ispettore capo non era sicuro che gli agenti operativi presenti in sala avessero colto la complessità dell’argomento ma perlomeno, adesso, stavano ascoltando il suo uomo che stava proseguendo nel suo intervento con maggiore disinvoltura.

« …ed è questo che il sospetto sta cercando di fare: tenta di plasmare i pensieri di una ragazzina sessualmente acerba e desiderosa di esperienze per farne la sua schiava devota e soprattutto, discreta », precisò in preda a un singolare trasporto.

Michele Risi prese fiato ed attese altri interventi dagli agenti. Quindi proseguì il briefing.

« La dottoressa De Nicola è riuscita a stabilire con lui una buona relazione cyber. Si è finta una quattordicenne molto inesperta ma estremamente curiosa. Senza esperienze sessuali complete ma determinata a colmare prima possibile questa lacuna… prego Annalisa, vuoi continuare tu? », aggiunse il Michele cedendo il microfono alla consulente.

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Jailbait l'esca

Lorenzo Vercellino

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L'ispettore Massimo Meltemi ha 37 anni, quindici dei quali trascorsi in Polizia, ed oggi è a capo della "Postale" di Roma, la Divisione che pattuglia la rete per sventare truffe telematiche, trafficanti di film e musica pirata, ma soprattutto per fermare stalker e pedofili.

Meltemi è un uomo irrequieto, intollerante alla gerarchia e alla burocrazia: fa le cose quando devono essere fatte e spesso senza seguire la procedura.

Le troppe ore trascorse davanti al computer gli facilitano l'incontro in chat con una ragazza troppo giovane e intrigante capace di trascinarlo fuori da tutti gli schemi. A tenerlo in gioco saranno il preoccupante dilagare di un nuovo, brutale fenomeno di violenza sessuale chiamato in codice "Pay to Pain".

Inizia così una vorticosa caccia all'uomo dove preda ed esca si confondono: perché in rete è impossibile distinguere la vittima dal carnefice fino all'ultimo, inaspettato colpo di scena.

Jailbait ha vinto il primo premio al Concorso Letterario Internazionale "Marchesato di Ceva", si è classificato secondo al Premio Franz Kafka Italia e sempre secondo nella 7^ edizione del Concorso Letterario Nazionale Antonio Bruni "Un Cuore Giovane". Inoltre, ha raggiunto la finale alla 17^ edizione del prestigioso Concorso Letterario Internazionale "Città di Arona", alla 3^ edizione del "Città di San Salvo", e alla 9^ edizione del Premio Giovane Holden di Lucca.

L'autore

vercellino

Lorenzo Vercellino è nato a Savona nel 1972.
Si è laureato in Giurisprudenza all'Università di Genova e dal 2001 esercita la professione di avvocato nell'ambito del diritto della proprietà intellettuale e industriale, bancario, finanziario e di famiglia.
Dalla sua passione per l'informatica negli anni dell'università è nata una collaborazione per un distributore IBM, e dal suo interesse per i giovani i suoi incarichi di insegnante di materie giuridiche per le scuole superiori.
Ha presieduto i consigli di amministrazione di alcune società locali e promosso l’animazione economica nell'ambito di programmi di finanziamento comunitari per la Regione Liguria a favore degli enti locali.
Le sue due figlie sono al tempo stesso la bussola, il centro e il significato del viaggio.
Jailbait è il suo romanzo d'esordio.


Perché l'abbiamo scelto

Jailbait è un poliziesco classico capace di soddisfare i palati raffinati degli amanti del genere. Vercellino dimostra infatti di conoscere la materia e con una prosa elegante e moderna, imbastisce una storia con solide basi, personaggi sempre credibili e con la giusta dose di fiction.

Molto interessante l'ambientazione: in un mondo sempre più digitale anche i crimini corrono sui megabyte di una connessione internet, e la scelta di Vercellino di mettere al centro del suo giallo la Polizia Postale denota attenzione verso problemi attuali e ha il pregio di porre l'accento sul lavoro importantissimo di una Divisione delle Forze dell'Ordine raramente sotto i riflettori.