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I self publisher che piacciono agli editori

Bisogna riconoscerlo, la pubblicazione con un buon editore resta il sogno di (quasi) ogni scrittore, anche di quelli che hanno abbracciato il self publishing con entusiasmo e professionalità.

I motivi possono essere i più svariati: la speranza in una maggior popolarità, il prestigio di una pubblicazione sotto un grande marchio o semplicemente il sollievo di potersi dedicare quasi esclusivamente alla scrittura. Quale che sia il perché sono davvero pochi gli autori che rinuncerebbero a un buon contratto con una rinomata casa editrice.

E il self publishing può proprio essere una strada per arrivarci.

Ormai, infatti, non è così raro che un editore scopra un nuovo talento proprio grazie al self publishing. La storia di E.L. James è ormai nota anche al di fuori del mondo dell’autoeditoria. Ma non serve andare all’estero per trovare esempi eclatanti: chi non ricorda Anna Premoli che passò dall’allora Narcissus al Premio Bancarella 2013? A volte non serve neppure pubblicare nel vero senso della parola: è su piattaforme come Wattpad che nascono fenomeni internazionali come Anna Todd, ma anche piccole stelle nostrane come Cristina Chiperi.

E questi sono solo alcuni nomi, di quelli che sono passati sulla bocca anche dei non addetti ai lavori, ma potrei farne altri, alcuni prendendoli proprio tra i nostri autori selezionati, come Francesco Grandis o Stefano Lanciotti, per citarne due.

Ma cosa accomuna questi autori, oltre a un ovvio pizzico di fortuna? Quali sono le caratteristiche che li hanno resi appetibili agli occhi di case editrici anche molto importanti?

Ho provato a fare una riflessione su questi e altri casi ed ecco le conclusioni cui sono arrivato.

Un genere che tira

Inutile nascondersi dietro a un dito: il genere conta.

Se stai scrivendo un saggio sulla vita delle locuste temo che le tue probabilità di avvicinare i nomi importanti dell’editoria siano davvero ridotte al lumicino, anche se tu fossi il maggior esperto al mondo di locuste. Al massimo potresti attirare l’attenzione di qualche editore specializzato, non di più.

Se speri nei nomi da libreria allora devi avere in mano un romanzo da libreria, di quei generi che vedi sempre esposti nelle vetrine.

Quali? Dipende dal periodo. Qualche anno fa andavano molto i vampiri un po’ romantici, ad esempio, oggi invece sembra tirare un po’ di più il romance con tendenze erotiche. Piacciono sempre i gialli, e la narrativa mainstream resta sempre gettonatissima. Il fantasy riesce ancora a ritagliarsi i suoi spazi, più difficile invece per gli horror o per la fantascienza. Ma per avere un’idea più precisa di cosa va, non c’è nulla di meglio che un giro in libreria!

Anche se, ovviamente, non puoi costringerti a scrivere un genere che proprio non è nelle tue corde. E allora? Come fai se scrivi solo horror? Tranquillo, hai altre armi con cui attirare l’attenzione degli editori, e non è detto che magari sarai proprio tu a rilanciare la popolarità del genere!

Ottime vendite

Questo punto si spiega da solo. Se con il tuo libro self sei già riuscito a conquistare migliaia di lettori, più che ovvio che qualche talent scout delle grandi case editrici abbia già notato il tuo titolo, magari acquistandolo a sua volta.

Se hai quindi già dimostrato d’avere numeri da cavallo di razza, è normale che gli editori ti vogliano nella loro scuderia, per riproporre su larga scala il tuo attuale successo e, soprattutto, tutti quelli futuri.

Produttività

Sulla questione futuro è sicuramente necessario porre l’accento.

Gli editori preferiscono autori capaci di sfornare un best seller dietro l’altro, se quindi il tuo romanzo da migliaia di vendite appartiene a una saga o può potenzialmente diventarne parte, allora le tue quotazioni per un contratto di pubblicazione salgono alle stelle.

I veri editori, infatti, fanno investimenti e quello cui stanno puntando non è semplicemente rivendere sotto il loro marchio il tuo attuale successo, ma accaparrarsi i proventi di tutti quelli che verranno.

Per cui più chiari sono i tuoi progetti futuri più facile che qualche editore voglia farne parte.

Animale sociale

La tua pagina Facebook o il tuo profilo Instagram sono seguiti da migliaia di persone? Hai un blog attivo dove i lettori commentano a più riprese? Su Wattpad hai migliaia di visualizzazioni? Bene, allora prima o poi anche i grandi editori entreranno a far parte dei tuoi fan.

Puoi anche non aver ancora pubblicato nulla, ma se parti con un seguito così elevato, agli occhi degli editori hai una marcia in più. Perché? Semplice, perché ogni tuo seguace è un potenziale nuovo cliente anche per altri titoli della casa editrice.

E poi perché la tua evidente capacità di interazione con i tuoi lettori è un’arma di marketing potentissima che spingerà molto le vendite permettendo all’editore di risparmiare qualcosina nella promozione.

Professionalità

Questa è una caratteristiche che in realtà un po’ riassume tutte le altre. Perché per raggiungere i risultati sopra citati è necessario affrontare l’autoedizione con assoluta professionalità.

Infatti, per arrivare a vendere migliaia di copie e attirare centinaia di follower, non basta il caso, è necessario un lavoro mirato, costante e tanta progettualità.

Tutte caratteristiche che piacciono anche agli editori, che preferiscono sicuramente lavorare con autori collaborativi e propositivi.

La conclusione? È evidente che prima di essere scelti dagli editori bisogna raggiungere il successo personale come self publisher. Difficile? Sì, ma non impossibile se continui a coltivare il tuo sogno con gli strumenti giusti!