Commenti

  1. Giovanni Capotorto

    Articolo interessante, che evidenzia bene l’assenza di regole certe in campo editoriale: praticamente ogni casa editrice decide a modo suo. 🙁
    Nei libri letti nella mia infanzia ricordo che prevaleva l’uso del trattino spaziato.
    Come autore l’ho usato anch’io all’inizio, per imitazione, soprattutto per la comodità di non dover inserire il trattino di chiusura. Usavo il trattino “meno” della macchina da scrivere, peraltro sbagliato secondo gli attuali usi editoriali,
    Spesso però, soprattutto usando troppi incisi, capitava di perdere il filo del discorso e non capire più chi dicesse cosa.
    Poi ho scoperto le caporali, credo con gli Oscar Mondadori, e adesso preferisco usare sempre quelle, non spaziate e con punteggiatura all’interno.
    Un’autrice/lettrice anglofila tempo fa mi diceva che nei libri inglesi si usano molto le virgolette, certamente comode in fase di digitazione, ma a mio parere meno eleganti e funzionali. Meglio usarle solo per esprimere pensieri e citazioni.

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