woodtype

Come ho pubblicato in Self Publishing

È da tanto che voglio scrivere un post su come scegliere la piattaforma, per pubblicare un ebook in Self Publishing. Ma ho sempre pensato che, avendo pubblicato il mio senza leggere guide o altri testi, anche altri potrebbero fare lo stesso. Ed ecco un errore di valutazione: non tutti possono dedicare del tempo a confrontare le varie piattaforme di Self Publishing nel web, come non tutti hanno dimestichezza a navigare in rete. Ci sono autori e autrici che non vogliono aspettare i tempi di pubblicazione delle case editrici ma, al tempo stesso, non sanno da dove iniziare per auto-pubblicarsi. Spesso lo scoglio è tecnico. Ma ci sono piattaforme dove l’assistenza è efficiente e può essere d’aiuto a chi auto-pubblica un ebook per la prima volta. Un altro errore di valutazione è stato pensare che un post del genere risulterebbe banale, perché in rete ce ne sono già tanti. E aggiungere l’ennesimo non sarebbe stato originale.

Raccontarsi non è mai banale

Leggendo “Promuovi te stesso” di Riccardo Scandellari, ho trovato il modo per andare oltre questa paura. Tra i vari argomenti letti, mi ha colpita molto la parte intitolata Un’idea banale che spero – e penso – possa tornarti utile anche nella tua attività di scrittura, qualsiasi essa sia:

Quando pensi a dei contenuti non immaginarti di scrivere qualcosa di totalmente nuovo. Se così fosse, significherebbe che hai avuto l’idea rivoluzionaria che cambierà il lavoro di tutti noi […] nessuno racconta qualcosa di veramente nuovo, ma aggiunge parti mancanti, esprime valutazioni e opinioni su qualcosa che il mondo conosce. Questa è la base di partenza di tutti i post, anche di quelli dei guru di settore.

Se hai un blog o un sito, forse come me conosci quella sensazione di blocco davanti al desiderio di scrivere il post “mai scritto prima su questo pianeta” e sapere che – probabilmente – è un miraggio. Ma, in effetti, se si racconta la propria esperienza – come scrive Skande nel suo libro – è difficile risultare banale proprio perché ciascuno di noi la vive in modo diverso. E allora eccomi qui, a parlarti dei motivi che mi hanno spinta a scegliere la piattaforma su cui ho auto-pubblicato il mio ebook “La poetica di Samuel Beckett. Il fallimento dell’artista”.

Perché StreetLib

self-publishing-quale-piattaformaHo scelto StreetLib perché mi ha colpita positivamente la possibilità di raccontarsi all’interno del blog – nella sezione “StreetLib Stories” – utile soprattutto a quegli autori che non ne hanno uno, ma vogliono aprirlo, o per chi non intende avviarlo ad esempio con WordPress. Raccontare la propria esperienza permette di:

  • farsi conoscere dai lettori
  • non sentirsi un numero in mezzo a tanti altri

Ci sono altri servizi utili, come la possibilità di vendere l’ebook direttamente dal tuo blog senza passare dagli stores on line (puoi vedere come funziona qui) e quella di aprire, gratuitamente, un piccolo sito web all’interno di StreetLib in cui puoi inserire un blog, lo spazio per le note e il link al tuo sito web (come spiega Giovanna Russo qui). Ma ora vorrei raccontarti la mia esperienza diretta che, spero, possa aiutarti a scegliere più facilmente la piattaforma su cui auto-pubblicarti.

Assistenza efficiente

Dopo aver pubblicato il mio saggio e averlo visto distribuito negli stores on line come Google Play e Amazon, ho riscontrato dei problemi con la formattazione. È successo con Amazon: aprivo il file dell’anteprima e la trovavo tutta spostata. Panico! Ero stata ore a modificare, limare, aggiustare le pagine e poi? Il caos. In particolare, si trattava della punteggiatura: i punti erano spostati alla riga successiva così come le virgole. Ho contattato l’assistenza di StreetLib e Giovanna Russo si è dimostrata molto disponibile. In effetti, mi ha confermato che c’erano delle imprecisioni nella visualizzazione dell’anteprima ma questo dipendeva dal browser che stavo utilizzando. Ho insistito dicendo che se fossi un lettore non vedrei di buon occhio un ebook che, già solo nell’anteprima, riporta delle imprecisioni di formattazione (della serie, iniziamo bene!). Così Giovanna ha contattato Amazon. La risposta è stata che, una volta scaricato il file, i problemi di visualizzazione si risolvono.

Le persone: il valore aggiunto

Al di là della risoluzione definitiva del problema, ho apprezzato come il rapporto con la piattaforma passi per le persone e questo – almeno per me – è rassicurante. Sapere di poter contare su qualcuno, che c’è un volto umano dall’altra parte è un valore aggiunto. Posso supporre che questo rispecchi l’impronta di Antonio Tombolini, fondatore della piattaforma. È come se la strada e la rete si incontrassero e questa informalità rispecchia – credo – l’indole del suo fondatore.

Come, as you are!

Questo mi permette di parlare di un nuovo argomento: in rete, è meglio essere come si è. Che non significa “faccio e dico quello che mi pare”, sfogando magari rabbia e frustrazione della vita fuori dalla rete.

In passato, mi è successo di stare per cadere nella trappola del mostrarmi diversa da come sono, soprattutto nella scrittura dei post su Facebook. Apparire diversi da come si è fa perdere una marea di tempo. E, a volte, ancora mi succede di dover prima passare per quella fase in cui devo abbassare la barriera dell’identità falsata, passare per quella “sbrodolona” (scrivo quello che mi pare!) per poi – per fortuna –aggiustare il tiro prima di pubblicare.

Ma che c’entrano i post su Facebook con le piattaforme di auto-pubblicazione? C’entrano perché per scegliere la giusta piattaforma servono dei criteri. E il più importante è che questa si avvicini, il più possibile, al tuo modo di essere e sia capace di soddisfarti in ciò che per te conta.

E tu come la vedi? E se hai voglia di dirmi quale piattaforma di Self Publishing hai scelto e perché, scrivilo nei commenti!

 

 

 

I commenti sono disattivati.